Mina compie 81 anni: un'icona della musica e della moda

La sua voce è ancora potentissima, ferma nel tempo. Durante l’ultimo Festival di Sanremo, nelle pause pubblicitarie e in particolare negli spot di una nota compagnia

telefonica, ne abbiamo avuto ancora prova. “È lei, è Mina”. Un timbro unico che l’ha resa e la rende ancora oggi, giorno del suo 81esimo compleanno, una leggenda della musica. E non solo: Mina (nome d’arte di Anna Maria Mazzini), la “Tigre di Cremona”, ha ruggito e lasciato il segno anche nella storia della televisione, nel cinema e nella moda. 

Sempre, sia prima che dopo, ovvero dopo l’addio “fisico” alla scena pubblica, avvenuto nel 1978. La sua arte e la sua anima attraversano gli ultimi 60 anni di storia italiana ed è proprio su questo aspetto che è incentrato – oggi e domani venerdì 26 marzo – Mina, la voce del silenzio: presenza e assenza di un’icona pop, un convegno internazionale che si svolgerà sui canali web dell’Università di Torino. Arricchito dalla presenza del cantautore Ivano Fossati e di Massimiliano Pani – figlio di Mina e suo principale collaboratore dagli anni Ottanta a oggi – l'evento proporrà 4 appuntamenti (sui canali di UniTo) e vedrà intervenire studiose e studiosi da tutta Italia nonché relatori internazionali (da Regno Unito, Australia e Francia), esperti di storia del cinema, di storia della musica, di semiotica, di moda e costume, di televisione. 

Un'occasione per analizzare la storia di una donna che ha un solo corpo e mille volti: icona pop, pioniera di una canzone sofisticata, simbolo di una tv raffinata, contestato modello di indipendenza femminile, imprenditrice discografica, opinionista. Studiare Mina significa studiare i fenomeni culturali del Novecento e del nuovo Millennio ponendo una particolare attenzione sulle modalità di funzionamento del divismo nel sistema mediale contemporaneo ( Angelo Flaccavento l'ha definita la “diva in formato italico”). Perché nel nostro mondo, oggi, tutto ciò che vediamo e ascoltiamo è “filtrato” attraverso i media.

Il convegno è a cura di Giulia Muggeo (docente di Storia del cinema all’Università di Torino), Jacopo Tomatis (docente di Popular music all’Università di Torino) e di Gabriele Rigola (docente di Storia del cinema all’Università di Genova) che abbiamo contattato per ripercorrere la storia di Mina in relazione ai temi che verranno approfonditi.

Mina, l’artista “presente”

Sono tantissimi i momenti in bianco e nero, formato 4:3, che nella nostra mente affiorano quando pensiamo a Mina. Tra gli anni ’60 e ’70, la sua immagine è entrata nell’immaginario collettivo: un volto pallido, il distintivo eyeliner nero e quei vestiti Made in Italy (tra paillettes, piume e colletti) creati apposta per lei, per esaltare la sua fisicità ed enfatizzare la sua personalissima gestualità. Il Corpo e il suo apparire – vera e propria icona moda – che rendeva ancor più inimitabile la sua voce, a tratti ironica (Una zebra a pois o Le mille bolle blu, che si posiziona al quinto posto al festival di Sanremo), a tratti intensa quando il testo lo richiede (Ancora, Mi sei scoppiato dentro al cuore). “Di Mina è importante anzitutto riconoscere lo statuto di performer completa – ci racconta Gabriele Rigolase la voce, con il suo ruolo di interprete unica nella storia della musica nazionale e internazionale, sono tratti ampiamente riconosciuti, è poco ricordata la sua "presenza" di performer, non solo nelle interpretazioni musicali ma anche nei balletti, nella conduzione televisiva, nei duetti. La sua vocalità deve quindi essere messa in relazione, rispetto agli anni in cui appariva in pubblico, alle sue interpretazioni e alla sua prassi fisica e gestuale di artista”.

Mina

© Mondadori Portfolio

In tv, tra duetti e sketches

Una gestualità che Mina ha espresso sul piccolo schermo in veste di show girl per il Varietà (da Studio uno a Sabato sera, da Senza rete a Canzonissima, da Teatro 10 a Milleluci), tra duetti e sketches, al fianco di altri miti assoluti come, per citarne alcuni: Mike Bongiorno, Ugo Tognazzi, Adriano Celentano, Vittorio Gassman, Totò, Walter Chiari, Alberto Sordi e Marcello Mastroianni. Una bravura ed un talento televisivo che non si ferma qui: “anche la sua conduzione è degna di nota e particolarmente incisiva nella storia della televisione dell'epoca – sottolinea Rigola - nella presentazione degli ospiti, nell'entertainment e nel ballo:Mina è stata icona e sperimentatrice”.

Adriano Celentano e Mina

© Mondadori Portfolio

Mina, Corrado e Raffaella Carrà

© Mondadori Portfolio

Mina e il cinema

Mina è stata figura di spicco, comparsa e protagonista di ben 13 film girati tra il 1959 e il 1967, quasi tutti musicarelli. Come spiega Rigola, “il cinema non è stata l'espressione artistica in cui Mina si è trovata più a suo agio”, un aspetto non trascurabile che forse in parte spiega il suo rifiuto successivo di ruoli anche importanti per la storia del cinema, non solo italiano (Mina rifiutò proposte da Michelangelo Antonioni, Federico Fellini e Francis Ford Coppola che la voleva ne Il Padrino nel ruolo di Kay Adams, interpretato poi da Diane Keaton). I ruoli, e le esibizioni musicali, all'interno di quelle pellicole sono però “fondamentali per ristudiare Mina come icona, come performer cinematografica, e anche come diva: la dimensione divistica dei cantanti-performer di questi anni era rilanciata non solo dal cinema, ma dalla coeva industria discografica e dalla stampa giovanile”.

Mina, la diva “assente”

Dopo aver abbandonato la scena pubblica dall'agosto 1978, l'abbiamo rivista solo in qualche breve filmato e in versione cartoon al fianco di Celentano. La sua assenza, solo “fisica” e “visiva”, secondo Gabriele Rigolaha solidificato la sua immagine, rendendola iconica. Non si è ritirata dal suo ruolo, ha continuato ad essere costantemente presente con la sua voce, e non solo. I lavori continui, le sperimentazioni, i dischi, le collaborazioni, ma anche una continua trasformazione della sua immagine - attraverso il lavoro di Balletti - l'hanno resa iper-presente e sempre contemporanea”. Tra una sigla e un jingle pubblicitario, con la sua voce sempre potentissima, Mina dimostra ancora oggi di essere un mito vivente. Fuori dal tempo, sempre riconoscibile: è ancora lei, è sempre Mina.

Mina

L'omaggio di Achille Lauro a Mina, Sanremo 2021

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