Giornata Mondiale del Teatro: tutti gli spettacoli da vedere online

Sabato 27 marzo è la Giornata mondiale delTeatro. Alla maggior parte di voi sarà capitato di festeggiare il compleanno in lockdown e di sicuro vi sarete

resi conto della mancanza di amici, della possibilità di star fuori fino a tardi, di poter mangiare al ristorante, di andare a teatro. Che pure c’è, continua a esserci, nonostante il Covid, nonostante il vuoto politico (“Politica brutta, che non fa crescere” ha detto Letizia Battaglia in un’intervista con il Cinema Beltrade di Milano).
Come festeggiare il teatro in tempi di pandemia? Ascoltando chi nel teatro lavora, e con il suo lavoro sta creando un grande fenomeno di resistenza.
Da nord a sud abbiamo chiesto a 5 realtà di ricerca nel mondo del teatro, diversissime tra loro, ma tutte con un’identità specifica, di rispondere a una domanda: come supplire alla mancanza del teatro? Consigliandoci un lavoro (o più) disponibile online.
Ci hanno risposto con entusiasmo contagioso. 
Ecco dunque una lista di “creazioni” teatrali per mitigare la nostalgia, in attesa di poter tornare in sala.

LAC - Lugano Arte e Cultura


Fino alla fine di maggio sul sito del teatro sarà disponibile un palinsesto denso di appuntamenti (video artistici, creazioni sonore, testi, documentari, film, Other Lands - narrazioni non retoriche, conferenze) fruibili gratuitamente. Lingua Madre - capsule per il futuro è il progetto ideato da Carmelo Rifici (direttore artistico del LAC) e Paola Tripoli (direttrice artistica del FIT Festival), che coinvolge decine di artisti, registi, docenti ed intellettuali dando vita a 18 progetti inediti, 4 conferenze, 4 lungometraggi, sulle orme di un manifesto in dieci punti dei quali vi proponiamo qui solo un brevissimo estratto.

1. Per un Processo che non sia un Prodotto
Per un esercizio della sperimentazione aperto a ogni contraddizione.
2. Recupero e salvataggio del corpo
Il corpo come vincolo per la conoscenza.
Qualunque invenzione parte dal corpo. Tutto è legato al corpo, anche la parola.
3. Contro il mercato: legati al prima e al dopo senza riserve
Il nostro modo per indagare il presente è starne fuori, fuori da ogni moda. Soltanto la distanza permette allo sguardo di cogliere realmente l’oggetto.
4. La tecnica che si ipotizza
É necessario che ancora qualcuno, nel mondo, si possa muovere fuori dall’utilitarismo.
5. A nudo l’idea di linguaggio
Tornare ad uno spirito critico, incoraggiare una vera critica dello spirito.
6. Imbarazzo dello spazio-tempo
Ciò che viene messo in scena non è più “qui ed ora”. É “ovunque e sempre".
7. Analisi logica
Portiamo l’indagine verso lo smantellamento delle regole logiche e grammaticali, negli attimi in cui il linguaggio cerca altre vie: nell’errore, nel difetto, nei neologismi.
8. I dimenticati e la dimenticanza
Un teatro che ponga le narrazioni dei dimenticati in primo piano, senza filtri.
9. Caos
L’individuo come risultato della contraddizione tra corpo e linguaggio.
10. Mnemosine
Portare alla luce tutte le conseguenze del predominio del digitale sulla nostra necessità di memoria.

Un vero e proprio decalogo fatto di visioni, suggestioni e linee che costituiscono una dichiarazione di intenti che vi invitiamo a leggere per intero qui

“La ricerca di Lingua Madre si sviluppa in tre macro aree tematiche: Corpo, Rito, Linguaggio. Il tema del corpo, così duramente colpito dalla crisi pandemica e dall’isolamento forzato che ne è conseguito, verrà analizzato nelle sue potenzialità espressive come nella sua assenza; l’assenza è il tema che suggerisce un approfondimento sul rito e la ritualità anch’essa entrata in una area di crisi, data dalla sua impossibilità. Mai come oggi, soprattutto per la situazione che stiamo vivendo, siamo immersi in un mondo perennemente connesso; è partendo da questa constatazione che si indagherà il ruolo e la potenza della parola, sia grazie all’analisi logica sia nella sua relazione con il corpo, nella gestualità e non solo.”


Triennale Milano Teatro

"La pandemia ci ha messo di fronte ad una drammaturgia inedita, spiazzante. La sottrazione del corpo, la scomparsa dei riti di passaggio, il “sentire e guardare” a discapito del “toccare”. Per cercare di mettere in luce questa drammaturgia dell’assenza, il National Theatre of Scotland ha dato vita ad un esperimento davvero interessante, che abbiamo condiviso con il nostro pubblico alla fine del 2020 in collaborazione con il British Council nell’ambito dell’iniziativa “UK/Italy Season 2020”: Scenes for Survival è una vera e propria stagione composta da lavori teatrali digitali, creata in risposta all’epidemia di COVID-19 e ai relativi lockdown. Ogni opera è stata eccezionalmente realizzata in quarantena da un team creativo composto da un performer, un drammaturgo e un regista. Più di 50 opere, una indipendente dall’altra, che hanno coinvolto oltre 100 artisti, impegnati in prima persona anche nelle riprese.
Si tratta di lavori brevi, all’insegna dell’ironia ma capaci di riflettere a fondo sulla nostra attuale condizione. Lavori che non nascono dalla classica idea di riprendere un lavoro teatrale, ma vogliono dare vita ad un formato nuovo: non la pura documentazione di uno spettacolo, ma una scrittura appositamente pensata per il web, che esplora nuovi formati e linguaggi possibili, non sostitutivi ma complementari, in cui teatro e cinema si mescolano.
Qui sul nostro sito potete trovare la selezione dei nove corti proposti all’interno di FOG Vol.2 (il festival annuale di Triennale Teatro dedicato alle performing arts - qui la prima edizione, ndr), su quello del National Theatrea questo link trovate invece la collezione completa dei lavori."

Foto di scena/screenshot tratto dal corto The Present

Santarcangelo Festival

"In attesa di presentare il terzo e ultimo atto di Santarcangelo Festival 2050 che andrà in scena dall’8 al 18 luglio 2021, concludendo il cinquantenario della più longeva manifestazione italiana dedicata alle arti della scena contemporanea, ecco una piccola anticipazione sul programma da parte dei direttori artistici Enrico Casagrande e Daniela Nicolò di MOTUS, che puntano per questa occasione su due artiste molto diverse tra loro ma entrambe estremamente connesse ai linguaggi delle nuove tecnologie digitali.

Betty Apple, dalla cui performance Signals from future è tratta l’immagine guida dell’edizione 2021 di Santarcangelo Festival, è un'artista d'avanguardia taiwanese, che mescola musica, video, media art per dare vita a performance e progetti sperimentali, attingendo alla propria esperienza di millenial cresciuta nella Taiwan postcoloniale. Il suo lavoro si appropria di oggetti simbolici della cultura kitsch e della società dei consumi: attraverso l’utilizzo di prodotti in serie destinati all'erotismo o all'intrattenimento, come vibratori, biancheria intima o parti del corpo di sexbot, l’artista trova una modalità, spesso grottesca e violenta, per studiare l’impatto caotico e isterico che si crea dalla collisione tra l’umano e l’oggetto. L’idea alla base della sua poetica è rivendicare e mostrare ciò che rimane escluso dalle sonorità e dall’immaginario perfetto della società capitalista e patriarcale. Attraverso i suoi social network (instagram e facebook) ci si può letteralmente immergere nei lavori radicali e provocatori presentati in occasione di importanti manifestazioni internazionali.

© Betty Apple - Facebook

Mara Oscar Cassiani, anche lei protagonista della prossima edizione di Santarcangelo Festival, dove porterà una grande coreografia collettiva dal titolo BE WATER MY FRIENDS, ideata e interpretata da un gruppo intergenerazionale e interculturale di circa 30 partecipanti, è un’artista “wi-fi based”, come ama definirsi. Lavora tra performance, coreografia, linguaggi digitali e social media, mettendo in atto una pratica derivata dal Post Internet, ovvero l’arte che nasce dopo l’esperienza di navigazione, o meglio legata all’impatto con l’esperienza stessa della rete e con il linguaggio nato al suo interno. La sua ricerca è incentrata sulla creazione di un immaginario contemporaneo, in cui nuovi idiomi e icone derivano dalle identità di Internet, dalle sottoculture e dal capitalismo. La sua ricerca principale è focalizzata sull’elaborazione di ambienti e progetti performativi, che guardano a nuovi nuclei generazionali e alle loro azioni. Un “melting pot” tra estratti di pop, folklore rituale, folklore digitale e linguaggio commerciale che restituisce un’istantanea globale del presente, un “fast food visivo” tra kitsch e apocalisse.

Mara Oscar Cassiani, Bondone, online performance, 2020

La nuova produzione Tutto brucia di MOTUS debutterà nell’autunno 2021, ma un’anteprima è già disponinibile su Vimeo: dieci minuti di “appunti di lavoro” che lasciano intravedere al pubblico il work in progress di un progetto il cui titolo evoca le parole di Cassandra nella riscrittura de Le Troiane di Jean Paul Sarte. Una frase che già di per sé mette a nudo la traiettoria di questa ricerca iniziata prima del lockdown e che ora assume inevitabilmente altra luce e urgenza. La tragedia di Europide inizia quando il conflitto è già avvenuto: Ilio è già stata distrutta. Le donne, ridotte a bottino di guerra, di lì a poco partiranno per mare, schiave, verso territori stranieri. Ma al centro ci sono il dolore e lo strazio del lutto, che, fuori dalla sfera personalistica, aprono una questione fortemente politica. Quali sono i corpi da piangere e quali no? Durante la pandemia, le cerimonie per i morti sono state sospese, e i corpi sono stati sepolti d’ufficio, di nascosto, in silenzio, senza saluto. Lo stesso accade per i corpi migranti morti in mare, per i clandestini o per le prostitute giustiziate dal sistema della tratta. Quali vite contano, dunque? Cosa rende una vita degna di lutto? Ripartiamo da queste domande urticanti per costruire Tutto Brucia che sarà inevitabilmente oscuro, ma colmo di abbacinante furore."

Romaeuropa Festival

"Pur consapevoli di come l’esperienza dello spettacolo dal vivo, dell’incontro tra artiste e artisti con il pubblico nei teatri e nei luoghi di spettacolo non sia sostituibile in alcun modo, in questo periodo di sospensione e dopo l’interruzione forzata dell’edizione 2020 del Romaeuropa Festival per via della chiusura dei teatri (ottobre 2020) abbiamo intercettato altre modalità di presenza,di dialogo e scambio online. Abbiamo sentito l’esigenza di porci in una doppia posizione di ascolto attraverso due differenti progettualità: EXTRACT e TAKEOVER
 
La nostra pagina web si è trasformata in una vera e propria videoteca per ripercorrere alcuni momenti salienti del programma del festival. EXTRACT è un palinsesto online di spettacoli integrali estratti dal nostro archivio che ci accompagna da gennaio.
Non solo un momento di visione ma anche di condivisione e di dialogo con artisti e partner che tiene viva l’attenzione sulla centralità della produzione culturale contemporanea e le differenti risposte degli artisti al momento storico che stiamo attraversando. 
Abbiamo dialogato con Romeo Castellucci e con la Societas ripercorrendo le tracce di uno spettacolo simbolo degli anni Zero coprodotto da Romaeuropa come La Tragedia Endogonidia, abbiamo osservato un cult della danza contemporanea come Calore di Enzo Cosimi e ripercorso le differenti anime del festival con Emio Greco, Emanuel Gatt, Adrien M & Claire B,Robert Henke, Virgilio Sieni, Nicole Beutler. Siamo molto felici dei circa 410.000 contatti raggiunti, segno dell’urgenza e della necessità della creazione artistica e continueremo ad essere presenti online fino al 5 maggio con altrettanti artisti come Joy Alpuerto Ritter, Sidi Larbi Cherkaoui, Dada Masilo. Alcuni degli spettacoli trasmessi saranno visibili online ancora fino alla fine dell’anno.

EXTRACT, Nicole Beutler

Con TAKEOVER, invece, abbiamo risposto alla necessità di esplorare i linguaggi del web e del digitale, di approfondire l’utilizzo dei nostri strumenti di comunicazione, uscendo fuori dai territori dello spettacolo dal vivo e delle performing arts per porci in dialogo e in ascolto di questo turbolento presente, e delle community che si sono costituite intorno alla programmazione del festival. Non a caso abbiamo scelto di costruire questa progettualità in collaborazione con SIAMOMINE, un’agenzia creativa/magazine composta da un team under35.
 È nato uno spazio bianco, un luogo dedicato al pensiero, ai percorsi attivabili a partire da un profilo Instagram, da una pagina Facebook o da un semplice articolo online. Uno spazio che è riflesso della nostra voce e dei punti interrogativi che quotidianamente ci poniamo anche attraverso le differenti edizioni di Romaeuropa. 
 TAKEOVER si costruisce attraverso l’intervento, i contributi (ma meglio sarebbe dire l’invasione) di scrittrici e scrittori, autrici e autori, influencer, musiciste e musicisti, artiste e artisti appartenenti a generazioni e a background diversi che “ci”e “si” incontrano attraverso articoli di approfondimento, racconti interattivi, podcast ed edizioni speciali della nostra newsletter affrontando discorsi su antropocene, cittadinanze, tematiche LGBTQ+, linguaggi e territori. È già online una riflessione di Virginia W. Ricci sul tema del linguaggio, della lingua italiana e dei suoi possibili “upgrade” per una maggiore inclusività e per la rappresentazione di quella categorie finora marginalizzate nel pensiero e nelle narrazioni delle nostre strutture sociali."

TAKEOVER grafiche by SIAMOMINE


TeatrInGestAzione/Altofest

“Come supplire alla mancanza del teatro?” - una domanda sfidante perchè prima di tutto ci pone di fronte alla speranza che il teatro possa mancare, nel senso del venir meno come fenomeno sociale o suscitare un sentimento di nostalgia per la sua improvvisa assenza. Ma a chi manca il teatro?  Individuato il disperato cercatore di teatro, potremo più facilmente capire dove cercarlo, il teatro. Carmelo Bene diceva “siamo fatti solo della nostra mancanza”. Se manca il teatro dunque emerge l’esistenza. Ma appunto “SE” manca il teatro. In verità a mancare crediamo sia il suo cadavere; considerato quanto venga tenuto in conto da chi ci governa. Attualmente crediamo il teatro manchi soprattutto ai suoi lavoratori; che sono anche i suoi principali consumatori - cui certo manca “come il pane”. E’ evidente il paradosso: il pane, considerato da tutti bene di prima necessità, nutrimento essenziale, non viene consumato soltanto dai panettieri. Mentre il teatro/pane è consumato perlopiù dai teatranti, dunque non riconosciuto come nutrimento essenziale per tutti. 
Da qui torniamo a domandarci “CHI” sente la mancanza del teatro?
E’ su questo “chi” che da tempo cerchiamo di intervenire con i nostri progetti.

Altofest 2019

© Vicky Solli

Noi di Teatringestazionesiamo abituati a lavorare in mancanza di teatro e dunque a cercarlo o a dargli luogo in forme e spazi inattesi, cercando di comprenderci in comunità non teatrali, cercando di accostare il “nostro pane” a quello di più largo consumo. Esempio ne è Altofest, operazione artistica di socialità sperimentale in forma di festival. Il progetto è nato nel 2011 a Napoli, proprio in risposta a quello svuotamento di senso politico che come artisti sentivamo allora nei confronti del teatro come evento sociale, come rito collettivo. In 10 anni abbiamo dato vita ad una comunità trasversale, eterogenea per interesse, condizione sociale, provenienza, che oggi si riconosce nel principio di “cittadinanza poetica”. La pandemia ci ha posto di fronte alla necessità di riformulare le modalità del nostro incontro, in un processo che superasse le due settimane di “fest” e si costituisse in “centro culturale diffuso” - una “città sospesa” tra il digitale e il fisico, le cui trasformazioni si possono seguire in rete e partecipare dal vivo.

Con la comunità di Altofest allora è possibile condividere non soltanto gli appuntamenti che la coinvolgono direttamente, ma anche la ricerca di quel teatro che continua a sollecitare le nostre esistenze, coscienze e saperi. La pandemia ha avuto il merito di sentirci connessi a livello globale, facilitando l’accesso a fonti diverse e oltreconfine. In questo senso, abbiamo frequentato spesso il sito Welcome to HowlRound| HowlRound Theatre Commons che si presenta così: “HowlRound is a free and open platform for theatre makers worldwide that amplifies progressive, disruptive ideas about the art form and facilitates connection between diverse practitioners.” - si trova di tutto, spettacoli, conferenze, laboratori; sempre aggiornato. Anche se noi personalmente, più che singoli spettacoli offerti in digitale, abbiamo ritrovato il teatro nei dialoghi aperti e moltiplicati in rete: conferenze, incontri, dibattiti; ci sono sembrati meno presuntuosi, più aderenti al mezzo. A molti di essi abbiamo partecipato attivamente; alcuni incontri li abbiamo organizzati noi stessi - per esempio Texture Texture-ita - Altofest. Importantissima l’operazione “School of resistance” del teatro diGent, che presentano così: “How can we shape the future of our planet, without falling back into the damaging capitalist narratives of the past? In this biweekly livestream School of Resistance we offer a platform to different experts from around the world: artists, activists, politicians and philosophers. IIPM and NTGent continue their work on the contradictions of the global economy: using the means of activism and art, the aim is to create a blueprint for a politics of resistance. The debate series consists of a bi-weekly livestream and will be concluded with an event in February 2021 at the Akademie der Künste, Berlin”. 

Altofest 2019

© Vicky Solli

Infine, abbiamo trovato il teatro, in tutta la sua sensibilità, soprattutto alla radio, che ci ha permesso di non soffrire la distanza, perché la voce è materia e il suono è spazio.

Scontato forse citare in questa sede i tanti e diversi appuntamenti dedicati al teatro di Radio3 Rai. Vogliamo invece consigliare di seguire l’intelligente lavoro di Radio Frammenti che si presenta così: “una radio web itinerante, un piccolo studio mobile che vuole raccontare gli eventi culturali spostandosi da un luogo all’altro, attraverso interviste, podcast e altri contenuti audio”. 
Ci sarebbe tanto altro da consigliare. Per fortuna! Quel che possiamo dire in chiusura è che questa mancanza, quantomeno ci ha riunito ad altri esploratori sulla via dei teatri del mondo."

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