Star rifatte e trasformazioni delle celebrities: un'ossessione che ci fa male

Ossessione star rifatte: il caso Demi Moore

Il mese scorso Demi Moore ha aperto la sfilata che ha marcato il debutto di Kim Jones per Fendi

couture. E anche se dopo di lei hanno sfilato modelle del calibro di Naomi Campbell e Bella Hadid, è stato di Moore che tutti hanno parlato, per quei suoi zigomi e per quelle labbra in apparenza ritoccate. 

Il suo “nuovo” look ha acceso dibattiti infiniti sui social, mentre la stampa si chiedeva a che tipo di interventi si fosse sottoposta la star, 58 anni, per avere un viso così diverso. Ha usato dei filler? Si è fatta togliere il grasso dalle guance? O era solo del contouring molto accentuato? Come è accaduto a tante altre star, musicisti e modelle che hanno avuto la grave colpa di invecchiare sotto i riflettori, i dettagli della trasformazione di Moore sono stati esaminati e analizzati nel dettaglio, foto alla mano.

La mania per le star rifatte e le trasformazioni delle celeb

Il gioco del “trova-la-differenza” è solo un esempio della nostra eterna fascinazione per le trasformazioni delle celebrities. Un tempo fonte di guadagno delle riviste di gossip, questa ossessione ha trovato la sua nuova casa nei social. Instagram è pieno zeppo di pagine a cui nulla sfugge e che esistono esclusivamente per soddisfare il nostro appetito collettivo per i ritocchi percepiti, digitali o chirurgici che siano, dei famosi. 

Con precisione maniacale, questi account “smontano” le trasformazioni, squarciando il velo sulla presunta perfezione delle star, per poi nutrirsi della schadenfreude che ne deriva. Account come @CelebFace o @Beauty.False richiamano milioni di follower. Ma cosa spinge una persona a dedicare così tanto tempo all’esame minuzioso degli interventi chirurgici delle star? Qual è lo scopo di tutto questo e, domanda più importante di tutte, che effetto ha su di loro, e su di noi?  

“Ogni giorno sui social vediamo queste immagini ‘perfette’, e ci sentiamo insicuri”, spiega Anastasia di @Beauty.False. Anastasia, che ha aperto l’account proprio a causa della sua insicurezza, e nella speranza di poter aiutare altre persone con gli stessi problemi, ha voluto dirci tutta la verità sull’idea di “perfezione”, e consolare chi tende a confrontarsi con questo ideale impossibile. “Dietro all’immagine delle celebries c’è moltissimo lavoro e vengono spesi molti soldi, ma la gente, che non conosce tutti i dettagli, crede siano così al naturale. E ci viene da pensare, ‘Perché sono così lontana da questa perfezione estetica?”. Ma poi, quando vedi tutto il lavoro che c’è dietro, dice Anastasia, ti rendi conto di come stanno le cose: “Cominci a capire che i tuoi idoli sono persone normali, proprio come te”. 

Il dottor Michael Keyes, il chirurgo estetico che ha creato la pagina Instagram @CelebrityPlastics, la pensa come lei. Pensa sia importante che i suoi follower aprano gli occhi su quello che è possibile ottenere con la chirurgia estetica. “Credo che da un punto di vista etico sia importante informare le persone che questi interventi esistono, perché chi guarda da casa non debba soffrire perché non assomiglia alla loro celeb preferita”, afferma. “Purtroppo, molte persone famose mentono sugli interventi a cui si sono sottoposti, e così le persone credono che la loro bellezza ‘naturale’ sia genetica, o il risultato delle loro linee di cosmetici o dei loro programmi di fitness, per cui si fanno opportunamente pagare”.

Un’ossessione che fa più male che bene

Il bisogno di dire tutta la verità per amore di trasparenza e per proteggere l’autostima di molti, è comprensibile. Ma al di là delle buone intenzioni di molte di queste pagine social sul “prima-e-dopo” delle celeb, questa analisi impietosa dei volti e dei corpi delle persone, anche se famose, è
più dannosa che altro. “È comprovato che guardare questo tipo di immagini non ci fa sentire meglio, anzi, ci fa sentire peggio”, afferma Viren Swami, docente di psicologia sociale della Anglia Ruskin University, di Cambridge e specializzato in body image.  

Nonostante quella punta di soddisfazione che si può avvertire quando ci viene rivelato che quella “perfezione” che crediamo di dover raggiungere a tutti i costi non è altro che un’illusione, quello che queste immagini fanno, soprattutto, è rafforzare l’idea che esiste un ideale di bellezza, e che se ci spendiamo un po’ di soldi, possiamo raggiungerlo anche noi. E se non si hanno i mezzi o le risorse per farlo, ecco che si presenta l’ennesima situazione in cui non ci si sente all’altezza delle aspettative. Per citare quel famoso meme: “Non sei brutto, sei solo povero”. 

Inoltre, davanti a una foto del 'prima’, ci si rende conto che c’è un ‘dopo’, e invece di farci sentire più sicuri di noi e del nostro corpo, questo non fa altro che enfatizzare il fatto che, così come siamo al naturale, non va bene. “Quelle foto ci dicono che c’è la possibilità di migliorare”, afferma Swami. “Quando le persone vedono queste immagini finiscono col sentirsi ancora più ansiosi rispetto al proprio corpo, l’autostima si abbassa, e alla fine sono più propensi a considerare di ricorrere alla chirurgia estetica in futuro”.

Senza via d’uscita

Una cosa che forse tende a sfuggirci, quando siamo presi dalla frenesia, è che anche le persone famose, per quanto ovvio e improbabile possa sembrare, sono esseri umani, e sempre sotto pressione, più di chiunque altro, a conformarsi a standard di bellezza irraggiungibili. Costantemente sotto la lente d’ingrandimento dei paparazzi e dei social media, vengono
derise e biasimate per le loro cosiddette “imperfezioni”, e poi svilite e di nuovo biasimate quando fanno qualcosa per essere all’altezza di quell’ideale. È un vero paradosso, un modello di bellezza per cui sarai condannato se provi a raggiungerlo, ma anche se non lo fai.  

A prescindere da quello che pensiamo delle star, il tipo di body shaming aggressivo a cui Moore e innumerevoli altre star sono soggette è dannoso, e non solo per le celebs. Come avverte Swami, il modo in cui ci relazioniamo e interagiamo con le celebrities ha un impatto enorme non solo sul loro benessere psicologico, ma anche sul nostro. “Quando si cominciano a considerare le persone famose come una combinazione di parti del corpo che vi metterete a giudicare, è molto probabile che finiate per trattare le persone nella vostra vita, e voi stessi, nel medesimo modo”, spiega.

Dopo aver passato del tempo a studiare i cambiamenti impercettibili sul viso di Demi Moore che le hanno conferito il suo nuovo aspetto, la prossima volta che vi guarderete allo specchio, studierete il vostro viso in quello stesso modo, analizzando e studiando ogni particolare? Ci stiamo allenando a essere super attenti a ogni dettaglio, a ogni “difetto” negli altri, e questa consapevolezza, alla fine, ci si può ritorcere contro.

In una cultura, la nostra, incentrata sull’immagine — chi ha successo, chi viene premiato, chi detiene il potere e influenza gli altri — , è inevitabile restare affascinati dall’aspetto dei personaggi pubblici. Ma quando vi ritrovate a soccombere a questa fascinazione, al bisogno sfrenato di giudicare ogni piccolo “aggiustamento" una star possa o non possa aver fatto e, di conseguenza, vi domandate se il vostro viso è all’altezza, provate a cambiare il vostro approccio. 

Ricordatevi che lo scopo principale del corpo umano non è estetico. Provate a pensare al vostro corpo, e al corpo di tutti gli altri, per quello che riesce a fare, non per il suo aspetto. Questo spostamento dell’attenzione, afferma Swami, vi aiuterà a valutare voi e gli altri non soltanto per come apparite. 

“C’è una grande differenza fra il corpo estetico e il corpo funzionale, ma le persone spesso dimenticano il loro corpo funzionale e si concentrano solo sull’immagine”, dice. “Quando ci focalizziamo sul corpo funzionale, sul modo in cui vi aiuta a respirare, a muovervi, è in quel momento che ci sentiamo molto meglio con noi stessi”. Una cosa da tenere sicuramente a mente la prossima volta che vi ritroverete a scrollare su Instagram.

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