Upcycling: come riciclare abiti e accessori? È ormai assodato che l'upcycling sia una delle risposte importanti che la moda possa dare alla necessità di scegliere la
Come funziona l'upcycling? Come valorizzare capi e accessori - ma non solo - già esistenti per creare qualcosa di nuovo? Abbiamo chiesto allo stilista Gilberto Calzolari, vincitore come Best Emerging Designer ai Green Carpet Fashion Awards del 2018 e protagonista anche di una collaborazione upcycling con il brand Oltre per una speciale capsule collection
Come selezioni capi, accessori e oggetti che possano essere riciclati? che caratteristiche devono avere?
"Il mio impegno per la sostenibilità prende vita in vari modi. In particolare, quando creo una collezione, non voglio precludermi nulla perché mi piace sperimentare nuove soluzioni. In particolare seguo tre approcci: l'utilizzo di tessuti all'avanguardia e tecnologicamente avanzati e tessuti ecologici di origine naturale conformi alle più affidabili certificazioni in termini di sostenibilità e tracciabilità; il recupero di materiali esistenti, come i bellissimi tessuti d'archivio che scopro presso rinomate aziende tessili italiane e che io chiamo “splendidi tessuti dimenticati"; e ancora l'upcycling di materiali insoliti trasformati in tessuti couture: come ad esempio l'abito che mi è valso il Green Carpet Fashion Award nel 2018 come Best Emerging Designer, realizzato con sacchi di caffè in juta e ricamato con cristalli Swarovski senza piombo".
© HENRIK BLOMQVIST
Il tuo punto di partenza è il materiale oppure il modello di capo? Ovvero, immagini cosa poter creare a partire dal materiale che trovi o prima pensi a un capo e poi scegli con cosa crearlo?
“Mi piace lasciarmi ispirare da quello che trovo, da quello che mi circonda. Sicuramente avere una traccia della collezione con un tema, una cartella colori e un moodboard con delle immagini permette di avere un indirizzo importante per focalizzare al meglio il messaggio della collezione e a trovare cosa mi serve. Ma capita anche viceversa, m’innamoro di un materiale di un’idea che mi diverte, perché per me sostenibilità è anche un’opportunità per un designer per esser creativi”.\
© HENRIK BLOMQVIST
Ci fai un paio di esempi di super upcycling che ti hanno visto protagonista?
"Nella collezione intitolata “UnNatural” ho realizzato degli abiti recuperando delle reti per il packaging degli agrumi (arance e limoni), come se fossero una base macro tulle che ho fatto ricamare a mano a telaio. Nella SS20 intitolata “Dune”, ho creato degli abiti creati con airbag esplosi e cinture di sicurezza destinate allo sfascia carrozze, una collaborazione nata con Volvo - da sempre attenta alla sostenibilità - che si è sviluppata recentemente nella creazione di una capsule collection in occasione del lancio della loro nuova auto full electric. Altri esempi di upcycling “insolito” è dato dagli abiti realizzati con tele di ombrelli rotti nella FW 20-21, oppure dall’abito Flamingo nella SS21, un abito totalmente realizzato recuperando dei materassini da spiaggia rotti che alla fine dell’estate vengono gettati. Questi ovviamente sono esempi “estremi” ma ho realizzato anche degli upcycling mettendo insieme in maniera inedita parti di capi diversi, o tessuti di stock recuperati anche da mie collezioni precedenti”.
© ALICEBARONIO
Un suggerimento per persone "non designer" per dare nuova vita a un capo o un accessorio.
“Viviamo in un momento epocale dove a tutti noi è richiesto di esser più responsabili e quello di poter dare una nuova vita agli indumenti che non usiamo più è un’approccio eco-friendly molto creativo e che ci fa anche risparmiare un po’. Basta lasciarsi ispirare dal nostro gusto personale per essere liberi di trasformare abiti che non riusciamo a buttare via trovando mille soluzioni: un abito lungo ricavato assemblando vecchie polo, eliminare le maniche ad una camicia trasformandola in un top originale, o ancora usare un vecchio vestito come fodera per dei cuscini, o trasformare una t-shirt in una tote-bag. Riciclare, ibridare, trasformare: un esercizio creativo richiesto dall’epoca in cui viviamo, nel rispetto del nostro pianeta e delle generazioni future”.
© ALESSANDRO GALATOLI