Peter + Alex

Peter Doig: Per anni hai lavorato con successo come stilista, e solo da quattro hai eletto la pittura figu­rativa a tuo nuovo lavoro. Com’è stato il

battesimo con questa disci­plina artistica, Alex?

Alex Foxton: Sicuramente molto diverso dal tuo, Peter. Pensa che per vendere i miei primi quadri non ho neanche avuto bisogno di una galle­ria: è bastato postarne le immagini su Instagram.

P.D. Ti farà sorridere sapere che alla tua età, nonostante fossi atti­vo come pittore già da dieci anni, non una sola immagine di un mio quadro circolava per il mondo; se volevi vedere i miei quadri, dovevi per forza passare dal mio studio. La pittura figurativa, in quel pe­riodo, era considerata “out” dalle gallerie londinesi, che esponevano quasi unicamente arte concettuale. Scegliere questa forma d’arte, allo­ra, fu sicuramente il mio modo di ribellarmi al sistema, oltre che di assecondare la mia naturale incli­nazione per la pittura di paesaggio.

A.F. Come nascono le idee per i tuoi paesaggi?

Alex Foxton

P.D. Di solito capita che, durante una passeggiata, scorga nel paesag­gio circostante un elemento... che mi colpisce per la sua qualità pitto­rica, quasi fosse un “frammento di dipinto” sperso nella natura: il mio quadro nasce poi lentamente attor­no a questa prima immagine illumi­nante. La ricerca di questi “fram­menti” si è fatta negli anni una vera ossessione: non smetto mai di cer­carne di nuovi, e purtroppo capita che per lunghi periodi mi eludano, beffardi. Ahimè, l’ispirazione non è un interruttore che si può accendere o spegnere a piacimento. E tu, inve­ce, da cosa parti?

A.F. Dal disegno, senz’ombra di dubbio. Quando inizio una nuova opera mi chiudo in studio a disegnare, come un ossesso, e non mi fermo fino a quando, fissate decine di questi schizzi alla parete, non co­mincio a scorgere i contorni di una storia. Mi è stato riferito che anche tu lavori molto con la carta prima di passare alla tela, vero? E non ho po­ tuto non osservare che alle tue mo­stre sei solito esporre sia le grandi tele sia gli schizzi su carta.

P.D. Sì, perché trovo che entrambi abbiano valore. Anzi, spesso le idee fissate velocemente su carta sono più interessanti, perché più fresche e genuine. Ma dimmi, quanto conta la ricerca preliminare nel tuo lavoro?

A.F. Prima di iniziare a dipingere il mio ciclo dedicato a San Giorgio e il Drago, ho visionato migliaia di immagini di opere dedicate a que­sto motivo. Ma poi tutto si è rivela­ to pressoché inutile.

(Continua)

Illustrazioni di Andrea Ventura. In apertura Peter Doig. 

Peter Doig è considerato uno dei più importanti pittori figurativi al mondo. Nel 2007 il suo “White Canoe” è stato venduto da Sotheby’s per 11,3 milioni di dollari, allora record d’asta per un artista europeo vivente. Ha collaborato conKim Jonesper la collezione Dior Men A/I 2021. 

Alex Foxton dopo una carriera come stilista (Bottega Veneta e Margiela) da quattro anni si dedica esclusivamente all’arte. La figura maschile è la sua ossessione artistica, che lui rielabora in quadri caratterizzati da figure archetipiche, dai colori sgargianti e di cupa sensualità. Amico di Kim Jones fin dall’università, è guest artist per la collezione Dior Men Resort 2020.

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