Se TikTok è l’ultima frontiera all’incrocio tra moda e social network, Twitch potrebbe essere la prossima. Se uno rappresenta la brevità, l’immediatezza dei contenuti, l’altro
Nato come una piattaforma dove i videogiocatori trasmettono partite e dialogano con i fan, sta diventando un’arena virtuale con un palinsesto trasversale in grado di raggruppare platee di svariati milioni di persone collegate in contemporanea. Una specie di YouTube, in diretta e con una chat in bella evidenza.
Cominciano ad accumularsi podcast, festival, declinazioni plurime del concetto di intrattenimento. Vogue Business ha scritto che, proprio per la sua vocazione all’interattività, Twitch è coerente con il fashion: «Permette al pubblico di partecipare in nuovi modi» a ciò che sta vedendo. Sembra dunque un contenitore sensato per le sfilate in streaming, se si vuole coinvolgere un pubblico più giovane. Non a caso, lo riporta WWD, gli studenti di moda della Ravensbourne University di Londra, lo scorso luglio, l’hanno scelto per presentare le loro collezioni di fine corso.
L’elemento centrale è però un altro: la proprietà di Twitch. Non una spregiudicata start-up, ma quel colosso di nome Amazon che la moda la vende. E non farebbe fatica a esplorare meccanismi per integrare l’acquisto nello streaming. Da guardare a comprare, il passo sarebbe breve.
In apertura: Naomi Campbell in passerella per Vivienne Westwood.