A Milano, ciascuno ha la sua “gente”. Che a propria volta è “la gente” di qualcun altro. Nuclei che creano codici estetici intorno ai quali si
Le interconnessioni di Mauro Simionato, per esempio, si diramano e riconvergono sull’Organic Knitting Theater, il sotterraneo punk del suo Spazio Vitelli in via Felice Casati, un laboratorio dedicato a pregiati lavori di maglieria con tanto di palco e console, decorato da un simbolo della pace firmato dall’illustratore Luca Zamoc.
«Un mondo, il mio, che di per sé unisce una giovanissima community di appassionati e nerd (il Politecnico di Milano ha un corso di alta educazione in Knit Design, ndr)», scherza Simionato. Ventenni, maschi, che dibattono di procedimenti di filatura e agugliatura, di rocche e orditi. «Questo è uno spazio pensato per convogliare “i nostri”», continua Simionato, che oltre a essere direttore creativo di Vitelli è dj e collezionista di vinili. Un’ampia porzione del laboratorio è concessa in uso ai ragazzi di Rayon Vert, collettivo di fashion makers (la parola collettivo è in gran revanche) che utilizza le lane in eccesso per creare abbigliamento d’avventura da far girare nel circuito di scalatori e camminatori, zaini e poncho-coperta per un’intrigante sartoria dell’outdoor. Al piano terra, zona showroom, parte della vetrina è dedicata invece a Valentina Cameranesi Sgroi, a sua volta set designer per marchi della moda e dell’arredo invitata a esporre i suoi vasi di ceramica, vetro e cemento.
Alcuni look dalla collezione Sunnei A/I 2020-21. Foto di Alessio Bolzoni.
Ecco la mia gente, dicono in coro. Che a sua volta è gente d’altra gente raccolta intorno a indirizzi e nomi, virtuali e non: l’online-store di musica sperimentale Soundohm, che da Milano vende in tutto il mondo. Poi il Bar Basso, dove (potendo) ci si raccoglie. Poi la crew Spiritual Sauna, che presto riprenderà (segue)a organizzare party in location come Macao e Cox18. Quindi musicisti di culto e Milan-based come Ginevra e Venerus. E gallerie d’arte nello stile di Mega, quindici metri quadrati in piazza Vetra fondata dal fotografo d’architettura Delfino Sisto Legnani. «L’idea generale è questa», teorizza Simionato, «prima stai coi tuoi, poi cresci». Nella corrente di un permeabile flusso si trovano anche Giulia e Camilla Venturini, gemelle trentaduenni creatrici del brand Medea, famoso per le sue collaborazioni con artisti: «Una scelta che ci apre alla curiosità delle galleriste, mentre le interazioni fashion parlano al pubblico più giovane», raccontano. Impresse rimangono le campagne realizzate con Pierpaolo Ferrari e Maurizio Cattelan di Toilet Paper, sette immagini a cui ha collaborato anche la stylist Elisa Zaccanti, che le gemelle Venturini considerano “famiglia”, e che a sua volta è annoverata tra Le Ragazze di Porta Venezia capitanate da Myss Keta. Mentre continua la pubblicazione delle Medea Music Series, selezioni musicali curate dai loro amici e pubblicate su Spotify: Francesco Risso di Marni e il compositore Lorenzo Senni, unico italiano nell’etichetta di culto Wrap. Poi la musicista Caterina Barbieri e Virgil Abloh, che nelle spirali concentriche della città ha scelto proprio Barbieri per il progetto Imaginary Tv, lanciato dal suo marchio Off-White. In questo darsi e prendersi, le Medea hanno scambiato sensi anche con Trussardi e Burberry, chiamate a collaborare su due piccoli fashion film girati con la factory milanese No Text di Alvin Sonic Mojetta e Lorenzo Ignoro Disoncelli, a loro volta prime scelte del magazine d’arte contemporanea Flash Art e del brand Sunnei. Col quale, tra l’altro, Medea condivide lo showroom 247 di via Palermo: «Tutto crea network e fa fiorire i progetti. Non è immediato, ovviamente, ma è anche il suo bello. Noi siamo per il long game». Nato intorno a Loris Messina e Simone Rizzo, anche Sunnei è un brand consacrato all’interconnessione: Bianco Sunnei, progetto di recupero architettonico sotto il cavalcavia di piazzale Rubattino, è culla urbana e spazio eventi dove verranno organizzati show e mostre. In un roteare di connection makers come la stylist Vittoria Cerciello, l’agitatore culturale Edoardo Monti, il fotografo Andrea Artemisio e il sound designer Paolo Tocci.
Una foto di Carolina Amoretti per “C41 magazine”: gli abiti sono della P/E 2020 di Fantabody.
E poi ancora, salendo e scendendo dalla giostra, c’è Carolina Amoretti, che per Sunnei ha scattato una campagna con sette ragazze nude, in atteggiamento di rivendicazione femminile e orgogliosa. Una fotografa trentaduenne che a sua volta ha fondato il marchio di bodysuit e athleisure Fantabody. E immancabilmente, girogirotondo, ha realizzato una collezione con Vitelli: «Intorno al marchio orbitano solo ragazze che hanno qualcosa da dire, sui temi della consapevolezza del corpo e dell’inclusività», sottolinea Carolina, che nel suo entourage ha chiamato a lottare la fondatrice di Wovo Store Frida Affer, sexy shop “femminista” in via Savona oltre che collettivo culturale su Instagram. E poi l’illustratrice Natalia Resmini, che ha disegnato per Etro e Missoni; e il collettivo rosa che sta dietro la pubblicazione del magazine indipendenteMulieres. «Su Ig ho appena lanciato un casting per una grande foto di nudo, senza prodotto, per mandare a quel paese, con poesia, chi ci dice cosa dobbiamo fare e come dobbiamo essere». Hanno già aderito trecento donne, dice Carolina: «Siamo realtà digitali che sanno chiamare a raccolta i corpi. Se un giorno volessi raccogliere davvero tutti “i miei”, dovrei comprare un palazzo».
In aperturaUn ritratto di Giulia e Camilla Venturini, fondatrici del brand Medea, scattato da Bunny Kinney con direzione artistica di Isamaya Ffrench, per la collezione P/E 2019.