L’ascesa di Xavier Dolan, definito enfant prodige del cinema d’essai o in alternativa enfant terrible del cinema mondiale, è stata a dir poco stratosferica. Nato
Oggi Dolan di anni ne ha 31 e ha scritto e diretto otto film, ha vinto tre premi César e ha al suo attivo sia il Premio della giuria che il Grand Prix al Festival di Cannes (rispettivamente per Mommy, 2014, e È solo la fine del mondo, 2016), per non parlare del plauso mondiale per aver diretto Adele nello splendido videoclip in bianco e nero di Hello, il suo singolo del 2015.
Ma proprio quando si direbbe aver fatto tutto, Dolan dimostra di essere solo all’inizio. Il suo ultimo lavoro, da attore e regista, è uno dei migliori: una delicata e straordinaria storia d’amore girata vicino a casa in Quebec con un cast che include molti dei suoi amici intimi. Intitolato Matthias & Maxime, gira intorno a uno scalmanato gruppo di amici che si ritrova in una casa sul lago dove l’irritante sorella minore del padrone di casa (Camille Felton) pretende il loro aiuto per un filmino studentesco. Per recitare in esso sceglie i migliori amici Matthias (un frenato Gabriel D’Almeida Freitas) e Maxime (un vulnerabile Dolan con occhi da cerbiatto), dimenticandosi di dire che la scena prevede un bacio tra i due. Quel bacio cambierà tutto, lasciando i due a interrogarsi sulla loro identità sessuale e complicando la loro amicizia.
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I due attori sono straordinari nel ruolo dei personaggi che danno il titolo al film, coadiuvati dall’abituale collaboratrice di Dolan Anne Dorval nel ruolo della madre nevrastenica di Maxime e da Harris Dickinson, l’attore rivelazione di Beach Rats (2017) di Eliza Hittlman, nei panni di un tossico colletto bianco che prende Matthias sotto la sua ala.
Cosa ti ha spinto a raccontare questa bella storia sull’amore e l’amicizia tra due uomini?
“Nel 2017 ero in una casa di campagna con alcuni dei miei migliori amici. Da una parte, sentivo il bisogno di rendere loro omaggio – le persone che mi hanno dato sicurezza ed equilibrio dai 25 ai 30 anni – e dall’altra, volevo raccontare una storia sull’amore. Avevo appena visto Chiamami con il tuo nome [2017], La terra di Dio – God’s Own Country [2017] e Beach Rats [2017] e stavo girando Boy Erased – Vite cancellate [2018] ad Atlanta quando ho cominciato a scrivere Matthias & Maxime. Penso che quelle pellicole abbiano risvegliato la mia passione per le storie d’amore, o piuttosto per le storie d’amore gay, e mi hanno fatto venire voglia di raccontarne una anch’io.”
Stiamo attualmente vivendo l’epoca d’oro delle love story omosessuali profonde e complesse?
“Quando ero giovane, i film gay che vedevo erano I segreti di Brokeback Mountain [2005], Mysterious Skin [2004] e Happy Together [1997]. Non erano proprio film allegri. Da adolescente, era tranquillizzante potermi immedesimare nei personaggi omosessuali e apprezzavo questi film per le loro qualità artistiche ma i destini tragici dei personaggi non mi davano speranza. Oggi invece abbiamo film come Tuo, Simon [2018] e questo mi è di grande conforto. È bello sapere che i ragazzi potranno guardare un film come quello e sentire che hanno qualcosa a cui aspirare. Tutti questi film recenti che ho menzionato sono complessi, ma sono anche completi perché ritraggono personaggi gay che evolvono e a cui è concesso di essere felici, di avere successo e di essere accettati, non soltanto maltrattati o ridicolizzati.”
Sapevi fin dalle prime fasi del progetto che avresti interpretato Maxime?
“Pensavo di affidare la parte a qualcun altro ma un amico mi ha detto che mi sarei pentito di lasciare che un altro si divertisse con i miei migliori amici mentre io guardavo dal monitor. Sarebbe stato uno strazio. Però sapevo che potevo essere solo Max, perché non mi ci vedo nei panni di un tipo sicuro di sé. Matthias è un ragazzo serio che incute rispetto all’interno del gruppo. Non potevo recitare la parte di uno simile. Sono basso e anche se credo di saper essere divertente e di poter essere un leader nella vita, sullo schermo tendo a preferire la parte del ragazzo timido.”
Gabriel D’Almeida Freitas e Harris Dickinson sono strepitosi nel film. Puoi parlarmi del casting?
“Ho scritto la parte avendo in mente Gabriel. Lo conosco da anni e sapevo che sarebbe stato perfetto. Harris l’avevo visto in Beach Rats [2017] e mi aveva lasciato a bocca aperta. Il suo personaggio era un tipo riservato e pieno di vergogna, così ho pensato che sarebbe stato divertente vederlo nella parte di un macho spudoratamente arrogante. Ho visto un paio di sue interviste e ho notato che ha l’abitudine di mordersi il labbro, ogni tanto. Ho pensato che avrebbe vestito i panni del personaggio senza troppe difficoltà.”
Il film mostra come i concetti di virilità e sessualità fluida stiano cambiando. È un tema che volevi evidenziare?
“Ho visto un cambiamento nelle percezioni in breve tempo. Mi sentivo piuttosto ignorante quando si è cominciato a parlare di fluidità di genere, nei mass media intendo. Sentivo il bisogno di mostrare quell’ignoranza sullo schermo.”
Com’è stato girare tutte queste grandi e chiassose scene di gruppo con i tuoi amici?
“È stato divertentissimo! Volevamo far colpo gli uni sugli altri e ispirarci a vicenda. C’era una grande energia, molto stimolante. Le scene di gruppo erano coreografate e restava poco spazio per l’improvvisazione. Della quale non sono mai stato un grande fan, a essere sincero. Mi piacciono le scene e i dialoghi che seguono fedelmente un copione. Mi piace scriverle, riscriverle, ritoccarle e adattarle ai singoli interpreti”.
Questo periodo di quarantena ti ha fatto apprezzare il tuo gruppo di amici ancora di più?
“Durante l’isolamento, quando eravamo chiusi in casa, parlavamo ogni giorno e ci facevamo le videochiamate su FaceTime. Ci siamo visti quest’estate e abbiamo cercato di stare attenti. È stata dura, perché siamo molto affettuosi tra noi. Ci abbracciamo sempre. Il contatto fisico sembra essere al centro del nostro gruppo. Sembra la descrizione di un’orgia? Scherzi a parte, è stata dura sotto molti aspetti, ma siamo fortunati. Niente ti fa apprezzare di più le persone che ami come il pensiero di perderle”
Qual è il tuo prossimo progetto, sia davanti che dietro la macchina da presa?
“Ho scritto una miniserie che dovrebbe essere girata all’inizio del prossimo anno, si spera. Una storia di stupro, dolore e dramma famigliare che abbraccia 30 anni, dagli anni Novanta a oggi. È un thriller e non vedo l’ora di buttarmici. Voglio fare qualcosa di diverso dal punto di vista stilistico. Sto lavorando anche a un film horror, e ho recitato in un film girato l’anno scorso in Francia. Si chiama Lost Illusions, con Cécile de France, Jeanne Balibar e Gérard Depardieu – un adattamento da un romanzo di Balzac ambientato all’inizio dell’Ottocento. Sono parecchio su di giri anche per quello.”
Hai entusiasmato il pubblico nel 2015 quando hai diretto il videoclip del singolo di AdeleHello. Con il suo prossimo album all’orizzonte, possiamo aspettarci altre collaborazioni?
“Lo spero! Mi piacerebbe molto. Lei sa dove trovarmi.”
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Matthias & Maxime è ora disponibile su Mubi