A un passo dal cielo. Intervista a Carlotta Oddi di Alanui

A un passo dal cielo. Intervista a Carlotta Oddi di Alanui

Spazi siderali, terreni aspri, e tutto il cielo possibile. Alanui raggiunge il Cile e attraversa il deserto di Atacama colorandone la polvere arida di nuovi grafismi,

paesaggi, suggestioni. È un viaggio diverso, che segna un punto di non ritorno. «La collezione A/I 2021-22 è un omaggio alla terra che alimenta il nostro immaginario», spiega Carlotta Oddi, fondatrice e direttore creativo del brand, raccontando, con emozione, un commitment trasversale che mira a sostenere il patrimonio culturale cileno.

Al di là di ogni retorica, diventa tangibile, con la pubblicazione di un libro che rivela il mistero delle notti stellate nel deserto, e un film – diretto da Ivan Olita –, realizzato con il contributo di talenti locali, che comincia dalle parole di una lettera scritta a mano: «Celebrate l’Atacama, perché fra le pietre, i rami d’albero e il canto degli uccelli, mi troverete», e che racconta la storia di due fratelli che decidono di fare ritorno alla loro terra d’origine. Carlotta Oddi spiega a Vogue Italia la visione di Alanui.

“Colors of South America Chunky Icon Cardigan” è uno dei capi della collezione A/I 2021-22 di Alanui. Li indossa Barbara Durand nel deserto di Atacama. Gli scatti sono firmati da Rocio Mascayano, giovane fotografa cilena che ha documentato la genesi della campagna.

© FOTO COURTESY PRESS OFFICE.

Cosa le piace di più di questo progetto?
Per noi è stato fondamentale portare il nostro sogno a una dimensione più profonda e personale. L’intenzione di integrarci con le comunità locali è stata talmente forte che, nonostante le difficoltà di questo ultimo anno di Covid, l’opportunità ci si è presentata come segno del destino. Durante lo scouting per la location del film ci siamo imbattuti casualmente nella Librería del Desierto: avamposto culturale nel mezzo di Atacama che promuove autori locali. E ci ha preso il cuore. Abbiamo deciso subito di pubblicare il libro Las estrellas son el registro de la noche, di cui esisteva solo un mock-up, custodito come un gioiello. L’abbiamo fatto stampare in 1.250 copie, alcune sono rimaste alla Librería, le altre le abbiamo donate alla Fundación Palabras di Santiago che promuove la letteratura per ragazzi nelle comunità disagiate del paese.

Perché diventa così importante supportare il talento e la comunità locale a 360 gradi?
Dalla Librería del Desierto è nata l’idea del give back, di restituire qualcosa alla terra che alimenta la nostra ispirazione. Abbiamo deciso di scattare e girare il film in Cile, avvalendoci di professionisti cileni: i protagonisti Barbara Durand e Jesus Becker (di origine brasiliana, ma vive in Cile), come la poetessa che scrive la lettera e la fotografa che documenta la genesi della campagna, sono tutte, compresa la voce che la legge, persone del luogo. L’intenzione era integrarci davvero con la popolazione locale.

In quale modo accostare moda e letteratura può rivelarsi una suggestione vincente?
La tradizione letteraria cilena è davvero ricca: Neruda, Sepúlveda, per arrivare a Bolaño e Allende. Quando ho cominciato a lavorare alla collezione mi sono legata a un libro di Sepúlveda che non conoscevo, Le rose di Atacama. Moda e letteratura hanno sempre avuto un grande potere evocativo, creando scenari, personaggi e immaginari che suscitano impersonificazione. Anche un capo di abbigliamento, come il nostro cardigan, può essere un “compagno di viaggio” capace di evocare forti suggestioni emotive.

(Continua)

Leggete l'intervista integrale sul numero di luglio di Vogue Italia, in edicola dal 6 luglio

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