Achille Bonito Oliva: la sua traiettoria di curatore in mostra a Rivoli

Achille Bonito Oliva: la sua traiettoria di curatore in mostra a Rivoli

Arte contemporanea: Achille Bonito Oliva al Castello di Rivoli

“Sono perfettamente a mio agio nel mio corpo… E piaccio. La moda veste l’umanità, l’arte la mette

a nudo.” Nella scena internazionale dell’arte è sempre stato e resta un personaggio unico. Un istrione della parola e del pensiero critico. Ma anche un curatore di razza. Anzi uno degli iniziatori di quella pratica, che tanta presa ha poi avuto sulle generazioni più giovani. Ma assomigliare ad Achille Bonito Oliva o eguagliarlo nelle intuizioni, nell’uso colto giocoso e libero della parola, e nei successi espositivi riscossi dagli anni Sessanta in avanti, è senz’altro arduo se non proprio impossibile. 

Veduta di allestimento della mostra A.B.O. THEATRON. L’Arte o la Vita con opere di Lawrence Weiner, Ugo Mulas, Joseph Beuys, Vettor Pisani, Luciano Fabro. Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino

© Antonio Maniscalco

Veduta di allestimento della mostra A.B.O. THEATRON. L’Arte o la Vita con opere di Mimmo Germanà, Gian Marco Montesano, Miltos Manetas, Renato Mambor, Aldo Mondino, Tano Festa, Nunzio, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Sandro Chia, Michelangelo Pistoletto. Video: Fuori Quadro, A.B.O. Le arti della critica. Ritratto di Achille Bonito Oliva, e un’opera video per la regia di Gus Van Sant e Alessandro Michele, Courtesy of Gucci. Foto courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino

© Antonio Maniscalco

Dopo un iniziale legame con la poesia e con il Gruppo 63, intuisce che l’arte è un territorio che lo affascina maggiormente e gli concede più spazio d’azione, comincia così a firmare mostre che, come “Vitalità del negativo nell’arte italiana” (1970-71), “Contemporanea” (1973), la XXXVIII Esposizione Internazionale d’arte - La Biennale di Venezia (1978) o Aperto 93, organizzata nell’ambito della XLV Esposizione internazionale d'arte- La Biennale di Venezia, di cui è curatore generale, hanno senz’altro cambiato l’immaginario, trasformandolo in un protagonista sui generis, illuminato, almeno quanto plateale e narcisista, caustico e irridente della scena nazionale e internazionale. Per non parlare della Transavanguardia, il movimento che introduce sulle pagine di Flash Art nel 1979, coniando il termine per definire l’attraversamento non lineare della storia e la proiezione del passato nel presente nell’opera di pittori come Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi o Mimmo Paladino… Ma se la storia personale e professionale di Achille Bonito Oliva ha radici ben più vaste, intriganti e profonde, ecco che la mostra “ABO Theatron, L’Arte o la Vita”, inaugurata al Castello di Rivoli lo scorso 24 giugno e aperta fino al prossimo 9 gennaio, ce lo restituisce in una varietà di passaggi e sfumature, dichiarazioni e documenti, trasformandolo in un oggetto di studio, un testimone storico della contemporaneità.

Il personale della mostra con le divise firmate Gucci. Foto Valentina Sommariva. Courtesy of Gucci

Promossa da Gucci, che ha dotato il personale del museo di divise verdi, create ad hocda Alessandro Michele, “ABO Theatron, L’Arte o la Vita” include anche il divertente confronto telefonico tra Achille eHarry Styles, un dialogo su arte e musica incluso nella serie filmica “Ouverture of something that never happened” di Gus Van Sant e Alessandro Michele presentata on line lo scorso novembre 2020, e rappresenta il secondo capitolo di una programmazione dedicata ai più autorevoli curatori del XX e XXI secolo. Dopo la mostra dedicata ad Harald Szeemann nel 2019, il museo, in collaborazione con il CRRI, celebra adesso Achille Bonito Oliva e la donazione del suo vasto archivio al Centro di Ricerca Castello di Rivoli.

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 Foto Valentina Sommariva. Courtesy of Gucci

 Foto Valentina Sommariva. Courtesy of Gucci

Achille Bonito Oliva

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