Dici Stefano Accorsi e pensi subito a L'ultimo Bacio di Gabriele Muccino, a Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek, a Radiofreccia di Luciano Ligabue. Ma solo
«Il mio primo provino fu con Pupi Avati nel 1991, avevo 20 anni e stavo facendo il bagnino sulla riviera romagnola. Mi presentai per il film Fratelli e sorelle, la mia performance non fu eccezionale, lo disse il regista stesso, ma comunque fu lì il mio debutto».
Nel libro, uno di quei volumi dal grande formato edito dal Gruppo Editoriale, c'è il il racconto in prima persona, una sorta di diario intimo di un attore carismatico e affascinante, ci sono i momenti più significativi della sua biografia, dove si fondono vita privata e professionale. Accorsi ha lavorato con i maggiori registi italiani e francesi. È un'artista poliedrico e intraprendente, nel corso degli anni si è cimentato anche nella regia. è stato inoltre ideatore e protagonista di una serie per Sky Italia, un concept rivoluzionario nell’ambito dei palinsesti televisivi italiani. Nel 2016 ha ricevuto il Premio Gian Maria Volonté.
Stefano Accorsi ha scelto di devolvere i proventi del libro alla famiglia di Giulio Regeni.
L'Armani Silos
A partire dall’inaugurazione nel 2015, in occasione delle celebrazioni per i quarant’anni di carriera di Giorgio Armani, Armani/Silos si prefigge di promuovere l’interesse per la moda, la fotografia e il
design in tutti gli aspetti, esplorandone rapporti e interazioni con storia, cinema e arte, e mettendo questo patrimonio di conoscenze a disposizione del pubblico, e in particolare delle nuove generazioni di creativi, attraverso la collezione permanente, le mostre tematiche, le pubblicazioni, l’archivio digitale e gli incontri culturali.