Cosa indossare per un un matrimonio in riva al mare?

Abiti da sposaper l'estate e idee per un suggestivo “D” day in spiaggia

Un trend che arriva dall’America: l’affidare al coro rappresentato dalle onde del mare il compito di fare da

eco ai sentimenti di sposi liberi di dirsi “sì, lo voglio”. Un clima che sa di leggerezza, di freschezza e di gioia. Cosa augurarsi di meglio che guardarsi negli occhi avvolti dalla salsedine, a piedi nudi sulla sabbia? Nulla di più naturale e di meno ingessato. Ci si può dimenticare qualche orpello e sbizzarrire nella scelta di abiti che si confacciano realmente a come ci si senta e non a come ci si debba sentire. Un soffio, un fruscio, “sull’onda” dei propri stati d’animo: così le nostre mises per quel giorno. Vediamole da vicino.

Boho-chic. Abiti femminili fru fru che rimandano un po’ alla bohème e un po’ al mondo hippie. Nicole Milano, “l’eleganza italiana nel fashion bridal”, idea l’abito da sposa “Artemide”, omaggio alla divinità greca dea della caccia, degli animali selvatici, della foresta e del tiro con l’arco; protettrice delle iniziazioni femminili e della luna. Artemide è un abito traforato, a fiori, con giochi di luci e di trasparenze, lungo strascico e forme morbide. Lo scollo è a “v” con soffici ricami e intorno piccole foglie a enfatizzare la scollatura. Nicole dedica quest’abito a tutte le spose che anelano perdersi nella sensazione di non avere confini, che solo il mare sa dare. 

Ulteriore omaggio alla poesia delle onde, l’abito “Teti”, dedicato alla dea del mare della mitologia greca, spesso assunta, nella poesia, a simbolo del mare. Qui al romanticismo dello stile bohème si aggiunge una punta hippy declinata nella giacchettina corta, cinturone in pizzo alla vita, morbidi pantaloni a balze a confondere le forme. Sfilato il coprispalle, l’occhio cadrà su una scollatura pieghettata e ricamata che si duplicherà sulla schiena. In vita, morbidi cerchi a formare ampi medaglioni.

“Salus”, morbida veste dal pronunciato scollo a “v”, è dedicata alla divinità romana della salute, personificazione dello star bene. Un morbido strascico crea un’aura intorno alla donna, cui fanno da contraltare coraggiose spalline intrecciate sulla schiena.

Seducente e incantevole l’abito Pronovias denominato “Panjin”, in omaggio alla spiaggia rossa di Panjin nel nord-est della Cina. 

E poi ancora, l’abito Self Portrait con soavi maniche a sbuffoericami floreali, la sottoveste traforata contornata soltanto da gentili spalline e l’elegante veste con scollatura a barca punteggiata da tre piccoli bottoni. L’ampio abito Bernadette con larghe pieghe e fiocchetto sotto il decolté chiude la collezione di abiti boho.

Come fosse un tattoo stampato sul corpo, l’abito a fiori di Nicole, ove un fitto disegno floreale sfocia in una morbida gonna in tulle dalle forme indefinite. L’abito è un omaggio alla dea Febe, simbolo di brillantezza, purezza e luminosità. L’abito “Jumala”, nella tradizione urgofinnica un antico dio del cielo, vanta fitte maniche trasparenti ricoperte da fiori e foglie a confondersi e intrecciarsi col candore della pelle. 

Pronovias gioca con un abito in stile “principessa” classico, in pizzo cucito alla perfezione, un raffinato décolleté, maniche semi-trasparenti punteggiate da fiorellini che si direbbe siano cresciuti sulle braccia sinuose della sposa.  

Jacquemus fa un tuffo verso uno stile decisamente più contemporaneo, con abiti corti o asimmetrici: un trend per la sposa che non teme rivali, tantomeno ora che guarda al mare infinito come Infiniti sono i granelli di sabbia su cui muoversi scalza e senza patemi. Anche Valentini Spose con i suoi abiti da sposa non rinuncia a uno spacco provocatorio cui fa da contraltare un delicato corpetto di pizzo, né a una sinuosa scollatura sia davanti sia dietro: l’effetto, una sposa-sirena. Altre volte I suoi abiti sono semplici, corti, sbarazzini, adatti a una donna che non rinuncia mai a giocare, neppure il giorno del proprio fatidico “sì”.  Ma poi ancora, asimmetrico, l’abito di Self Portrait, gonna corta per correre libere e poi, come fosse la propria ombra, un lungo e morbido strascico. Sì al corto anche per Bernadette, cui piace pensare a spose che non hanno paura di osare. 

E per chi vede lungo, non necessariamente in lungo, gli abiti da sposa di Danielle Frankel, buoni per sposarsi quel giorno e risentirsi enne volte come quel giorno: morbidi, dalle forme floreali, dai toni pastello e dalle stoffe più stravaganti, le sue creazioni nascono proprio per essere indossate ben oltre il D day che sboccia sulla spiaggia e finisce oltre l’orizzonte. A significarci che sposarsi “così”, sole-mare e profumo di libertà, ci si può considerare apripista di un modo sempre più genuino di aprirsi a sé e agli altri.

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