Fashion film: “A post summer solitary reverie of a rave” di Rafael Kouto

Fashion film: “A post summer solitary reverie of a rave” di Rafael Kouto

Il designer svizzero Rafael Kouto ha presentato la sua nuova collezione “a-stagionale” per il 2021 con un fashion film intitolato A post summer solitary reverie of

a rave. Attraverso questo corto Kouto vuole celebrare la ritrovata libertà a seguito della fine della pandemia, almeno nelle sue fasi più acute, tra atmosfere psichedeliche e acide. Il video è infatti in perfetta armonia con lo stile della collezione caratterizzata da tie-dye che creano motivi ripetuti e dai colori brillanti, in un mix costante tra la cultura occidentale e le origini Togolesi del designer, che ha fatto di questo crogiolo di tradizioni differenti la sua cifra stilistica. Altra importante caratteristica del brand è l'attenzione verso l'ambiente che si concretizza con l'applicazione di tecniche di upcycling e con l'utilizzo di tessuti riciclati che, per la collezione 2021 sono stati recuperati dall'archivio tessile della Zurich Silk Association. Tra questi Kouto è riuscito perfino a trovare, a seguito di meticolose ricerche, delle sete  originariamente scelte per le collezioni di Haute Couture di Yves Saint Laurent del 1988 e del 1991. 

“L'ispirazione di A post summer solitary reverie of a rave sono i rotoli di tessuto che sono stati donati dalla Zurich Silk Association di Zurigo (ZSIG). Attraverso questi tessuti, abbiamo riscoperto l'incredibile patrimonio dell'azienda Abraham presso l'Archivio del Museo Nazionale Svizzero, che ha rappresentato il punto centrale della ricerca e dell'ispirazione delle collezioni couture (dei più grandi couturier della storia - ndr).” ha commentato Kouto. 

Ecco il fashion film, prodotto da Kairos Studio, con il quale Kouto presenta la capsule collection priva di una reale stagionalità, a ulteriore conferma del suo approccio, non solo innovativo per le tecniche utilizzate, ma anche contraddistinto da un animo green. Questo si traduce nel superamento dei serrati ritmi che la moda ha da sempre e dogmaticamente imposto, e che però risultano ormai desueti. 

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