Francesca Michielin: l'intervista
Qualcuno ultimamente l'ha definita riot girl eppure, a vederla, è così bon ton! Deve aver ragione Miuccia Prada che quando ha studiato il
Il singolo fa parte del disco FEAT (Fuori dagli spazi), il nuovo progetto discografico di Francesca uscito il 5 marzo e il videoclip del pezzo (visibile QUI) è stato girato in alcuni dei teatri più iconici di Milano in omaggio ai lavoratori dello spettacolo costretti in questo momento a sospendere le loro attività. E anche per questo, forse, ha già raccolto milioni di visualizzazioni.
© Jacopo Raule / Daniele Venturelli/Getty Images
Ma non è solo la musica a coinvolgere Francesca oggi. Da un mese o giù di lì ha lanciato Maschiacci un podcast che in poche settimane è balzato al secondo posto tra quelli di tendenza su Spotify e al terzo nella classifica Apple Podcast. L'obiettivo? Capire per che cosa lottano oggi le donne? Sì perché ragioni per lottare ce ne sono ancora parecchie, secondo Francesca, nonostante qualcuno affermi che non serve più parlare di femminismo.
Eppure, dice lei nell'introduzione al podcast,
“Perché se un uomo scrive le sue canzoni è un cantautore e se le scrive una donna è una cantante? Perché se una bambina gioca a calcio è un maschiaccio e se un bambina gioca alle bambole è una femminuccia? Se ti piace pensare è un problema, se ti piace studiare sei scema”. E aggiunge: ”Ci vogliono belle e divise. Mentre unite saremmo una forza".
Con un linguaggio diretto, una logica deduttiva stringente e un piglio da pasionaria, la "cantautrice" dichiara di voler incontrare donne e uomini con punti di vista diversi per capire i diversi perché.
Nelle prime tre puntate di Maschiacci, Michielin ha già incontrato Matilde De Angeli, una delle giovani attrici più in vista del momento “che recita solo sul set, perché per il resto è più vera del vero”, la sex columnist e attivista Carlotta Vagnoli e Maura Latini, amministratrice delegata di Coop Italia.
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Anche noi, dopo aver ascoltato il suo podcast, abbiamo deciso di incontrare lei, su Zoom naturalmente. E di usare il suo stesso metodo "domanda e risposta" rapido ed efficace per sapere - al di là degli stereotipi che la vogliono ragazza riot o bon ton - qualcosa di più su di lei e sul suo mondo.
- Dopo le prime tre puntate di Maschiacci hai capito per che cosa lottano le donne?
Ancora per la parità di genere ahimè. Per mettere fine a un sessismo becero ancora diffuso. Ma anche perché la lingua diventi più inclusiva e meno sessista. - Per che cosa ha lottato, invece, oggi Francesca Michielin
Oggi per la dignità della mia musica, per tenere alto il livello artistico. - Nei tuoi podcast chiedi alle tue interlocutrici la tua carta d'identità. Compiliamo la tua?Nome Francesca
Cognome Michielin (con la i)
Nata a Bassano Del Grappa
Segni particolari: rompicoglioni
Musica preferita: Florence and The Machine e i Metallica
Incubo ricorrente: Continuare a correggere il cognome, togliendo la i dal fondo e mettendola dopo il ch - Qual è la donna che finora hai incontrato (anche sui libri) e ti ispira di più
Chiara Lubich (un'insegnante, la fondatrice del Movimento dei Focolari, NDR). Perché è credente ma è riuscita a fare una sua rivoluzione dentro la chiesa, dando il giusto ruolo alle donne e sovvertendo un po' quelle regole gerarchiche che ancora troppo la schiacciano. - Quali sono le ingiustizie che pensi le donne stiano ancora subendo?
Tante ma te ne dico due: una più generale e riguarda la rappresentanza nella politica e nelle imprese. E una molto più pratica e riguarda la tampon tax: perché assorbenti & co vengono ancora considerati beni di lusso e tassati al xxx% - Parlando di rappresentanza cosa pensi delle quote rosa?
Io penso debba vincere il merito. Ma oggi sono propedeutiche e indispensabili a un cambio di rotta - Parliamo di moda: qual è la tua stilista preferita?
Posso dirne due? Miuccia Prada con la quale ho lavorato per il mio look di Sanremo. Mi ha definito dark romantica. È stata bravissima nel leggere e poi esprimere attraverso gli outfit i mondi diversi che sono dentro di me. Poi Stella McCartney per la sua moda ecosostenibile e per la sua capacità quando progetta un abito di pensare anche alle donne interventi al seno. - Il libro più bello che hai mai letto?
Tutto Italo Calvino: per ogni epoca della mia vita c'è stato un libro diverso. - Il film più bello che hai mai visto e perché
Orgoglio e pregiudizio di Joe Wright. Soprattutto per l'interpretazione di Keira Knightly che non per nulla vinse l'oscar - Sei su Clubhouse?
Non ancora. Ne sento parlare molto. Essendo un social vocale, non escludo che avrò voglia di esplorarlo per me la voce è fondamentale naturalmente ed è per questo che ho scelto il podcast. - Com'e stato questo Sanremo?
Ti dico come l'ho vissuto. A me in questo momento è sembrato di essere parte di un miracolo. Quest'anno c'era una motivazione in più per esserci. Sono così grata... - Hai collaborato per le tue canzoni con Fedez, Vasco Brondi, Colapesce, Mecna... Le collaborazioni mi sembrano più fondamentali di un tempo nelle carriere musicali. È vero? Perché?
Sì, è verissimo. E da un lato dipende dal fatto che viviamo un'epoca più fluida, non ci sono più steccati tra i generi, si genera ricchezza dalla diversità. Ma poi penso che viviamo un momento storico in cui tutti noi sui social usiamo la comunicazione da protagonisti non più da spettatori. Siamo tutti narcisisti e forse collaborare vuol dire esorcizzare questo narcisismo. Mi sembra una sorta di medicina a questo momento referenziale. - Con chi hai collaborato meglio nella tua carriera?
Fabri fibra: una collaborazione che è la prova che pop e rap possono dialogare. - Come non parlare della pandemia.
Se penso ai nonni e agli adolescenti mi viene subito da piangere. I primi vivono una solitudine pericolosa e ai secondi è stato rubato un pezzo di vita (e ci vorranno anni perché la possano recuperare). - Riesci a trovare qualcosa di positivo in quest'anno così difficile?
Chissà forse saremo più grati alla vita, alla salute. E nel mio caso alla preziosità del fare musica.
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