Se il 2020 ci è sembrato un film di fantascienza che si svolgeva in tempo reale, il 2021 potrebbe essere il sequel potenziato che nessuno vuole
Contagion (2011)
© Warner Bros/Kobal/Shutterstock
Strategie di adattamento
Guardare film di fantascienza sulle pandemie nel mezzo di una pandemia reale potrebbe sembrare controproducente ma, secondo lo psicoterapeuta David Waters, ci dà modo di “iniettarci una sana dose di filosofia stoica” per restare calmi di fronte alle nostre paure. Osservare il realizzarsi di uno scenario disastroso ancorché immaginario può aiutarci a sviluppare la resilienza. “Un film come Contagion, che è più tragico dell’esperienza che la gran parte di noi sta affrontando, può darci una sensazione di sollievo,” spiega. “In effetti le cose potrebbero andare peggio”.

All’apice della prima ondata di infezioni, a marzo 2020, metà dei 10 titoli più visti su Netflix erano film sulle pandemie e sui disastri naturali. Sono quelli che gli psicologi chiamano “prepper film”, i film guardati da chi vuole prepararsi a sopravvivere a eventuali catastrofi. Tra i più gettonati c’erano la docuserie Pandemia globale (2020) e 2012 (2019), che immagina una catastrofe ambientale. Virus letale (1995) era al quinto posto e 3022 (2019), su degli astronauti abbandonati a bordo di una stazione spaziale in seguito alla distruzione della terra, al nono. Era un periodo in cui anche le storie più assurde di pandemie non ci sembravano poi così lontane da noi.
2012 (2009)
© Sony Pictures Entertainment/Kobal/Shutterstock
In uno studio del 2020, gli psicologi hanno rilevato che coloro che nutrivano una “curiosità morbosa” per temi spaventosi come le pandemie hanno sviluppato una resilienza mentale superiore durante il lockdown, sfruttando l’esperienza a basso rischio di guardare un film per mettere a punto nuove capacità di adattamento a livello pratico ed emotivo. Per il professore associato Mathias Clasen dell’Università danese di Aarhus, immaginare gli scenari peggiori è sempre stato uno strumento di sopravvivenza fondamentale. “Costruiamo e collaudiamo costantemente modelli di futuro,” dice. “L’immaginazione si è evoluta a questo scopo. Chi guarda i prepper film o i film sulla sopravvivenza potrebbe essere più preparato al collasso della società – eccezion fatta per quella corsa all’acquisto di carta igienica che ci ha colti tutti di sorpresa”.
Un genere con una misteriosa capacità di prevedere il futuro
I film di fantascienza hanno a lungo sfruttato l’eccitazione e le preoccupazioni per l’impatto della scienza e della tecnologia sul futuro. Tra i primi c’è stato Viaggio nella luna di Georges Méliès (1902), un breve film muto in bianco e nero che immaginava il lancio di un razzo, decenni prima della reale missione Apollo sulla luna. L’epoca d’oro della fantascienza si è sviluppata a partire da lì, prendendo spunto dai progressi tecnologici come la prima bomba atomica e gli avvistamenti UFO a Roswell. Il programma Apollo ha ispirato 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick (1968), Solaris di Andrei Tarkovsky (1972), Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg (1977), la trilogia originale di George Lucas Guerre stellari (dal 1977 al 1983), e Alien di Ridley Scott (1979).
A Trip to the Moon (1902)
© Allstar Picture Library Ltd. / Alamy
Il professore di letteratura inglese Patrick Parrinder descrive l’abilità della fantascienza di seminare idee che alla fine diventano realtà come una “macchina pensante che può aiutarci a visualizzare nuove possibilità, come arrivarci e a che punto siamo adesso”. James Giordano, professore di neurologia al Georgetown University Medical Center di Washington, DC, negli Stati Uniti, sviluppa questa idea, spiegando che la fantascienza può aiutare sia a “rappresentare sia a indurre una riflessione sulla scienza reale che sia alla portata di tutti”. E aggiunge che “la buona fantascienza ci fa comprendere la scienza e come la usiamo”, evidenziando il potere dei risultati scientifici e gettando nel contempo una luce sui pericoli delle loro “conseguenze non intenzionali”.
Alien (1979)
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Usare la fantascienza per la visualizzazione creativa è diventato sempre più comune anche per le aziende. Si dice che Nike, Boeing e Microsoft abbiano tutte ingaggiato degli esperti di fantascienza da affiancare ai loro team che si occupano di innovazione. L’ex ceo di Google Eric Schmidt ha affermato che “oggi stiamo già vedendo la fantascienza diventare realtà.” Il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, pare abbia preso ispirazione dal romanzo di fantascienza di Neal Stephenson L’era del diamante, del 1995, per sviluppare l’e-reader Kindle, mentre Steven Spielberg si è rivolto a una squadra di esperti del MIT, l'Istituto di tecnologia del Massachusetts, e del Ministero della Difesa degli Stati Uniti affinché raccogliessero delle idee su eventuali future tecnologie per il suo Minority Report (2002). Molte delle tecnologie immaginate per quel film oggi sono diventate comuni, dalle case smart ad attivazione vocale alle auto senza autista, dal riconoscimento facciale all’interpretazione dei gesti umani attraverso algoritmi matematici. Bas Ording, il designer responsabile dell’interfaccia utente dell’iPhone, ha detto che il suo lavoro per Apple è proprio stato ispirato dal sistema basato sulla rilevazione della gestualità di Minority Report.
L’importanza della fantascienza
Molti recenti film di fantascienza hanno esplorato anche delicati temi sociali. In Wall-E (2008), un robottino che comprime rifiuti è la sola cosa rimasta sulla terra dopo che gli umani, schiavi delle comodità e del consumo eccessivo, hanno abbandonato il pianeta; in District 9 (2009), una colonia di alieni insettoidi tenuta prigioniera in un ghetto richiama l’apartheid; Lei (2013) esamina l’equilibrio di potere tra uomini e donne attraverso il filtro delle macchine; e sia Tenet (2020) che The Midnight Sky (2020) ruotano intorno alla sopravvivenza a catastrofi ambientali globali.
The Midnight Sky (2020)
© Philippe Antonello / Netflix
Prima del lockdown, c’era chi ormai considerava la fantascienza un genere di nicchia, edonistico, persino. Che bisogno c’è di pensare a una colonia inventata di marziani quando abbiamo problemi da risolvere nel mondo reale? Ma con l’atterraggio del rover della NASA Perseverance su Marte e con Bezos e l’altro tycoon del tech Elon Musk impegnati a finanziare le missioni nello spazio, i temi di fantascienza stanno diventando sempre più la realtà che viviamo.
Se questo genere può contribuire a prepararci a eventuali catastrofi e a sviluppare la resilienza mentale, aumentando anche la creatività e l’innovazione, per chi di noi l’ha trascurato è ora di rimediare. Anche dopo la fine dell’attuale pandemia, la fantascienza continuerà a rispecchiare i nostri valori e ci ricorderà che il futuro dipende da come viviamo adesso.