I vestiti sono parole. La collezione sostenibile “Lessico Familiare”

I vestiti sono parole. La collezione sostenibile “Lessico Familiare”

Moda sostenibile

«Abbiamo iniziato arricciando delle tende e combinando canovacci per confezionare una canotta». Riccardo Scaburri e Alberto Petillo, 27enni basati a Milano («ma la nostra

ispirazione guarda a Berlino e all’universo fiabesco di Balmoral») non ne fanno mistero: la loro collezione, nata a novembre 2020 e intitolata “Lessico Familiare”, ha origini umili e ambizioni orgogliosamente casalinghe. Tasso di glamour: n.p. 

Benedetta Barzini indossa Lessico Familiare

«Tutto è pensato, disegnato, riciclato, assemblato e fotografato in casa. Ci piace l’idea di indumenti domestici, anche improbabili, ma assolutamente basici nelle materie prime e spesso esagerati nelle proporzioni», spiega il duo, che vive insieme da 10 anni. «Il nostro appartamento è simile a una comune, il divano-letto è sempre aperto, così come il tavolo perennemente allungato. Spesso ci scontriamo (Scaburri arriccia, Petillo odia la pomposità, ndr), ma abbiamo una regola: confezionare capi che potremmo indossare noi, anche per uscire». 

Non sorprende che pure i testimonial siano scelti in base alla loro prossimità – fisica, umana, professionale. «La prima è stata Linda, nostra vicina di casa, ex infermiera e attualmente volontaria in un gattile. Poi è arrivata Benedetta Barzini, che a scuola ci ha insegnato a leggere le immagini. A seguire Emilia, sorella di Alberto. Gli altri sono amici, colleghi, familiari di sangue e di cuore. Quando li scattiamo raramente chiediamo loro di svestirsi: l’idea è quella di irrompere nella quotidianità. Tanto, i nostri capi sono oversize». 

Lessico Familiare

E la scelta del nome per la collezione? «Rimanda al romanzo più famoso di Natalia Ginzburg, perché una costante è il tentativo di ricostruire il lessico delle nostre famiglie tramite gli indumenti, come Natalia fa con le parole. Ma è tutta l’opera della scrittrice a ispirarci: la crudezza, delle materie prime è la stessa del rapporto tra madre e figlio in Caro Michele. Il non rinunciare a ciò che abbiamo indossato e non svendere il luogo dove abbiamo vissuto riporta al tanto dibattuto mattone di La città e la casa. Infine, abbiamo un legame con il tempo verbale dell’imperfetto, molto usato dalla Ginzburg: mai conclusivo come il passato remoto, sempre testimone di proseguimento, moto, continuazione». Come l’idea di una moda che non si butta, ma resta. Trasformandosi.

Benedetta Barzini indossa Lessico Familiare

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