Io so chi sono. Intervista a Ludovica Gentilini

Ludovica Gentilini ha 16 anni, fa la terza in un liceo romano di Scienze Umane e stravede per la moda, soprattutto quella anni Novanta. Quadro abbastanza

comune, tranne per un dettaglio che si chiama triptorelina. Cos’è? Si tratta di un farmaco (approvato dall’Aifa nel 2019) che dietro attenta valutazione medica può essere somministrato ai minori con “incongruenza di genere” per bloccare in modo revocabile la pubertà, e quindi permettere loro di avere più tempo per decidere in quale identità di genere riconoscersi. Ludovica, una delle prime in Italia ad assumerlo due anni fa, di dubbi però non ne ha mai avuti: pur essendo nata biologicamente maschio, sperava che crescendo sarebbe diventata femmina. E dopo un percorso accidentato – psicologi, pettegolezzi, imbarazzi, prese in giro –, i suoi genitori hanno capito che dovevano sostenerla senza se e senza ma. Oggi sono la sua forza, come ha rivelato a Maria Novella De Luca di Repubblica, che lo scorso giugno ne ha raccontato sul quotidiano la storia. E come conferma anche a Vogue Italia, che l’ha incontrata via Zoom dopo l’ultimo giorno di scuola.

Mamma e papà sono persone coraggiose. Ma c’è stato un momento in cui si è trovata a doverli sostenere?
Certo. Quando ero più piccola a volte li vedevo agitati e preoccupati, quindi per tranquillizzarli mi imponevo di comportarmi da maschio. Ma reggevo un giorno, poi tornavo femmina. Credo che sia stata la mia consapevolezza a guidarli. Hanno deciso di seguire la strada del cuore.

I medici l’avevano preparata bene rispetto ai cambiamenti fisici e mentali che avrebbe incontrato nella transizione?
Sì. I cambiamenti sono comunque molto lenti – pure troppo per me – e sempre seguiti dall’équipe. Saltano all’occhio solo a chi non mi vede da tanto, anche perché da un anno ho iniziato a prendere gli ormoni femminili.

Ha pensato che potrebbe scrivere un diario di questo periodo di passaggio?
Sì, in effetti ci sto provando. 

Quale è stato il momento più bello del percorso?
Quando mi sono accorta che final- mente “riempivo” il reggiseno push-up! Quello è stato il giorno più felice della mia vita.

Ha incontrato delle resistenze nella scuola?
(interviene la madre, Roberta De Luis, ndr) Ho chiesto per Ludovica la carriera alias, tramite cui il liceo permette agli alunni di scegliere il nome di “elezione di genere” e non quello anagrafico, così come di utilizzare i bagni del proprio genere. Hanno acconsentito perché ho trovato una preside aperta di mente, ma non succede così spesso – ragione per cui i ragazzi in transizione soffrono tantissimo e la loro privacy non è tutelata. Si tratta di una concessione, non esiste una direttiva ministeriale: i dirigenti che hanno a cuore il benessere psicofisico dell’alunno collaborano, gli altri possono anche negarla. Si parla molto di Ddl Zan, ma tante altre piccole leggi utili come questa mancano ancora...

(Continua)

In apertura: Giacca in doppio tessuto di lana e seta con collo a revers, Fendi. Foto Valerio Spada. Styling Elisa Nalin. Hair e make-up Emanuele Romano. On set Magma Productions. Special thanks Roberta De Luis.

Leggete l'intervista integrale sul numero di luglio di Vogue Italia, in edicola dal 6 luglio

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