Mostre 2021: Italian Twist a Treviso
Ci ha fatto danzare e ora ci regala uno stage su cui esibirci. Marinella Senatore, sacerdotessa dell’arte partecipata, da sempre
Marinella Senatore, Bodies in Alliance 2021. Installazione ambientale. Courtesy: l’artista. Foti Marco Pavan / Fondazione Imago Mundi
© Marco Pavan / Fondazione Imago Mundi
Prepariamoci allora alla sua nuova Bodies in Alliance, di cui vedete qui in anteprima le immagini. In una Treviso fino a poco tempo fa tiepida nei confronti dell’arte contemporanea qualcosa sta cambiando anche per merito dei progetti della FondazioneImago Mundi. In questa città deliziosa e densa di storia, l’arte contemporanea ha trovato un suo spazio: dal 2018 le storiche Gallerie delle Prigioni – antiche carceri asburgiche, ricordo di un passato invadente – grazie al restauro dell’architetto Tobia Scarpa ospitano la piattaforma sperimentale (phygital, presente e digitale) di Imago Mundi, la collezione nata ormai 10 anni da un’idea di Luciano Benetton e che oggi conta su oltre 26mila opere, realizzate da artisti di 160 Paesi, con l’unico denominatore del formato (ogni lavoro misura 10 per 12 centimetri). Un incredibile mappamondo dell’arte, una collezione privata unica nel suo genere.
Christian Fogarolli, My Mind is on fire (parte del progetto Stone of Madness), 2018, installazione, fusione in vetro, rocce, lampada UV, sabbia minerale. Dimensioni ambientali A. - Courtesy Alberta Pane; Credits: Julia Gaisbacher
© Marco Pavan
È qui, nelle Gallerie delle Prigioni, che ha da poco aperto Italian Twist(fino al 26 settembre), una collettiva eterogenea, curata da Elisa Carollo e Mattia Solari, con sculture, performance, installazioni, quadri di 19 diversi artisti italiani nati tra gli anni 80 e 90. Il twist del titolo è il segno del ribaltamento di prospettiva in corso: si indagano nuovi stili e materiali, si lavora su temi urgenti (diritti civili, diritti di genere, vita digitale). Esposti in mostra, accanto ai giovani artisti, anche le raccolte di Imago Mundi Collection “made in Italy” (qualcosa come quasi 800 lavori, sempre del piccolo formato di cui si diceva, realizzati da artisti italiani noti quali Sandro Chia, Emilio Isgrò, Renata Boero).
Da questa settimana il nuovo progettoBodies in Alliancedi Marinella Senatore sarà una sorta di prologo alla mostra: la sua alleanza di corpi occupa - impossibile non notarla – la piazzetta d’ingresso delle Gallerie delle Prigioni come fosse un quinta teatrale. È di fatto un podio, un palcoscencio sul quale i visitatori, uno alla volta, potranno esprimersi.
Marinella Senatore, Bodies in Alliance 2021. Installazione ambientale. Courtesy: l’artista. Foti Marco Pavan / Fondazione Imago Mundi
© Marco Pavan / Fondazione Imago Mundi
Marinella Senatore, che per il titolo dell’opera è stata ispirata dalle riflessioni della filosofa americana Judith Butler, spiega così la sua proposta di arte pubblica e partecipata: «Si tratta di una celebrazione della cittadinanza ed è pensata per stare in uno spazio pubblico, come questa piccola piazza. In un momento storico in cui tutto il mondo viene da un anno e mezzo di confinamento e distanza sociale, quest’opera vuole essere un riconoscimento non ai caduti o agli eroi del passato, ma alle persone che, qui e adesso, attraverso il loro sforzo, la loro individualità e socialità possono costruire nuove idee di collettività e di comunità».
Riccardo Giacconi, Ecfrasi (curtain) #1, #2, #3, 2018, 3 tende in plastica – Courtesy l’artista e UNA galleria
© Marco Pavan
Senatore ci invita a riflettere sul potere dei nostri corpi, sulla necessità di trovare nuove e più intense alleanze (affinità elettive e fisiche, dopo un anno e mezzo di restrizioni), nuove possibili connesioni emotive dopo il distanziamento sociale. Come sempre accade per il lavori di questa artista (ricordate quella a Palazzo Strozzi di Firenze, lo scorso dicembre?) , il bello sarà vedere, già dai prossimi giorni, che cosa il pubblico “farà” con le sue opere (suggeriamo quindi di tenere d’occhio l’account IG dell’artista). L’arte può tornare a essere cosa viva.