Economisti ed esperti di marketing ne studiano bramosi le abitudini. I brand del lusso li vivisezionano cercando di anticipare i loro sogni. I pubblicitari analizzano i
Fino a quel momento, spiega Patrizia Calefato, docente di Semiologia all’Università di Bari, «gli adolescenti non erano tenuti in gran conto dai mass media. Soltanto quando la generazione dei baby boomers si lasciò l’infanzia alle spalle la sua enorme consistenza numerica si coniugò con uno straordinario potere di acquisto, al punto da trasformarla in un rilevante target di mercato, un preciso gruppo anagrafico con i propri riti e le proprie manie. È stato così che marketing e pubblicità iniziarono a pensare una quantità di prodotti appositamente per questo tipo di pubblico».
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Fino ad allora, il paradigma estetico anche per le più giovani continuò a essere quello della donna adulta e arrivata rispecchiata dal cliché della “jolie madame” immaginata da Dior. Un esempio su tutti? Scandalo al sole (1959), il film romantico di Delmer Daves dove Sandra Dee, teenager protagonista inseparabile dalla sua messa in piega, sfoggia pellicce e gonne a corolla.
Perché lo schema si ribalti e il modello adolescenziale si imponga come nuovo canone di imitazione sociale bisogna aspettare gli anni Sessanta. Allora, in contrapposizione all’estetica della maggiorata alla Marilyn Monroe, magrezza e piglio da adolescente divennero la regola.
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