Mai state più felici di veder rotolare tante lacrime giù dalle guance. Tutto merito dell’adattamento cinematografico de “L’ultima lettera d’amore”, bestseller romantico di JoJo Moyes (
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La trama
Ellie (Felicity Jones) è una reporter inglese che, durante le ricerche per un articolo commemorativo di una collega scomparsa, s’imbatte in una lettera vecchia di decenni. La missiva misteriosa, senza dettagli sul mittente se non un vezzeggiativo, racconta un amore proibito e appassionato. Grazie all’archivista del giornale, scopre varie missive e decide d’investigare per scoprire l’identità dei due innamorati misteriosi, Anthony (Callum Turner) e Jennifer (Shailene Woodley). I due s’incontrano/scontrano per caso quando lui arriva nella villa di lei per intervistare il ricchissimo e potentissimo marito Laurence Stirling (Joe Alwyn). Questa sposa triste trova nella compagnia del giornalista molto più che conforto e complicità.
Sospiri proibiti
Colti dallo sguardo sensibile della regista Augustine Frizzell, i battiti del cuore di questi giovani così distanti nel tempo s’intrecciano tra passato e presente, per mostrare l’universalità delle emozioni. In fondo le due donne protagoniste sono – ciascuna a modo suo – allo sbando, trascinate dalla corrente quasi per inerzia, finché non trovano uno scopo. Più che trovare il principe azzurro pronte a salvarle, qui si tratta di riuscire a capire i propri bisogni e desideri e quindi dare un prezzo e un valore alla propria felicità piuttosto che alla stabilità. Ci vuole coraggio a lasciarsi tutto alle spalle, a rischiare, a infrangere qualche regola per poter assaporare la libertà e Jennifer per prima lo capisce, anche se con i suoi tempi.
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L'amore vince (quasi) sempre
Non solo la pressione sociale e il gioco di ruoli: questa commedia racconta anche e soprattutto le gabbie dorate che alla fine ciascuno costruisce per sé, in quella comfort zone che ha il sapore della tranquillità ma che poi diventa claustrofobica fino a tarpare per sempre le ali e togliere il respiro. È così che si sente Jennifer, intrappolata in un matrimonio pieno di regole, di divieti e di convenzioni, ma povero di alchimia, di ardore e di tenerezza. Anche se non si guarda intorno, se non crede né spera che esista per lei una vita di fuga, un’alternativa, un porto franco dove essere chi vuole senza giudizi poi incontra Anthony e cambia idea. Tra loro scorrono fiumi di parole, si scontrano opinioni come maree ma ci si ritrova, sempre, con naturalezza.
Quei sentimenti garbati
Tra tante commedie sguaiate, volgari, ammiccanti ma perdibilissime, questo melò dall’anima antica riscalda e conforta. Affidare i propri sentimenti ad una lettera, scritta di proprio pugno e consegnata a mano sembra un sistema a dir poco datato, eppure in questo film tutta l’attesa di quelle righe proibite alimenta un sentimento che nulla può scalfire, né la grettezza snob dell’aristocrazia né una serie di sfortunate circostanze. Quelle parole non racchiudono a scrigno solo i pensieri di due cuori innamorati, ma viaggiano nel tempo fino a toccare una ragazza di oggi, distratta e forse annoiata, e la aiutano a mettere il mondo in prospettiva.
Che sia tutto troppo sdolcinato? Poco importa, perché alla fine della visione resta solo un senso di appagamento e pace, un respiro di speranza e una convinzione profondissima: i desideri del cuore resistono a tutto, persino al passare implacabile del tempo.