La collezione primavera estate 2022 di Tokyo James

La collezione primavera estate 2022 di Tokyo James

Durante la Milano Fashion Week da poco conclusa il designer anglo-nigeriano Iniye Tokyo James ha presentato con un video la collezione primavera estate 2022, che ha deciso di dedicare agli Osu

(questo è anche il titolo della collezione), un gruppo di emarginati che fa parte del popolo Igbo che abita nella Nigeria orientale. L’allontanamento di questo gruppo etnico deriva da un sistema di caste molto radicato nel Paese e fortemente legato a condizioni di schiavismo. James affronta da sempre tematiche sociali di grande impatto attraverso le sue collezioni, cercando di analizzarne gli effetti, ma al contempo, di celebrare le persone che ne sono spesso e drammaticamente vittima. Un approccio, quasi sociologico, che attinge dalla realtà contemporanea e che, di volta in volta, abbraccia le tematiche più urgenti che in molti casi il popolo nigeriano si trova ad affrontare. La lotta alla discriminazione è generalmente il fil rouge di James che comprende bene cosa voglia dire vivere questo tipo di pressione, appartenendo alla comunità LGBTQIA+. Anzi, proprio il fatto di dare voce ai soggetti più emarginati, in questo caso gli Osu, diventa lo strumento attraverso il quale contrastare qualsiasi altro tipo di discriminazione, attraverso un processo di deduzione che va dal particolare all’universale. 

Le lavorazioni traforate aprono la collezione primavera estate 2022 di Tokyo James come per i blazer e i bermuda bianchi, ma anche per gli inserti di camicie e pantaloni. Un pizzo geometrico rosa bordato di rosso viene invece scelto per completi, mentre una più classica versione macramé diventa la base per camicie, bermuda e soprabiti. Altro elemento ricorrente sono le goffrature che percorrono le maniche, le gambe e la schiena dei completi, proposti in toni pastello. Gli abiti sono anche decorati da cuciture a contrasto, realizzate tutte a mano, che ricreano motivi tradizionali africani o ancora, sono rifiniti da una serie di strappi “applicati” sul piqué. Tutti questi elementi che scoprono la pelle o strati sottostanti sono un richiamo metaforico ai “buchi” della società, tutte quelle lacune, soprattutto legate alla tutela sociale, che il designer ha voluto rappresentare letteralmente. Questi diversi materiali tendono poi a combinarsi tra loro in un effetto patchwork crescente che diventa sempre più complesso, unendone dapprima solo alcuni, per poi raggrupparli tutti. 

Abbiamo intervistato Iniye Tokyo James per sapere di più della nuova collezione. 

Spesso nelle tue collezioni scegli di affrontare tematiche sociali. Puoi spiegarci perché?  

Credo che a tutti noi venga data una voce e che abbiamo una responsabilità verso la società, quella di batterci per quello in cui crediamo, e fare la differenza quando possibile. Ho ricevuto in dono la creatività e la uso per far sentire la mia voce, perché voglio che le mie creazioni rappresentino sempre il mio punto di vista sul mondo e sulle cose che accadono. 

Nella collezione primavera estate 2022 parli degli Osu, un gruppo di persone emarginate che fanno parte della comunità Igbo nella Nigeria orientale. Puoi dirci qualcosa di più su di loro? 

Gli Osu sono persone per me molto speciali, sono emarginati a causa delle loro differenze, per il loro coraggio e per il loro atteggiamento di sfida, che a volte è il risultato della condizione in cui sono venuti al mondo. Il sistema delle caste degli Osu è una pratica molto antica che riguarda le persone lgbo e che colpisce di solito i difensori degli schiavi affrancati, etichettati come intoccabili e visti come esseri inferiori nella società. Negli anni queste pratiche sono andate diminuendo, ma influenzano ancora molte persone anche oggi, in particolare quando si tratta di matrimonio.

In che modo la collezione rende omaggio agli Osu? 

La collezione è una sorta di retrospettiva che esamina quello che queste persone hanno passato e anche le analogie con altri tipi di gruppi di persone emarginate. Faccio parte della community LGBTQIA+, quindi è una questione che purtroppo tutti noi conosciamo bene in tutto il mondo. Trovarmi nella posizione di poter usare la mia piattaforma per dare consapevolezza a tante persone emarginate è un tributo alla nostra lotta, e speriamo possa continuare a mettere in evidenza queste problematiche.

Come hai rappresentato questo tema negli abiti che proponi per la nuova collezione?

Attraverso la scelta dei tessuti, del pizzo e dello spago, che simboleggiano i buchi nella logica della società, quando la società, cioè, si rifiuta di evolvere nei pensieri e nelle azioni. Il tessuto sdrucito rappresenta lo stato della nostra società e le battaglie continue che combatte contro se stessa.

Quali sono le tecniche che utilizzi maggiormente per i tuoi abiti?

Per quanto riguarda le tecniche, questa stagione abbiamo usato molte cuciture e ricami fatti a mano. Ad esempio, i disegni sui capi bianchi e neri sono tutti fatti a mano. L’abito nero con perle e paillettes è anche ricamato a mano; ci è voluto molto tempo per realizzarlo, ma ci tenevo davvero a completarlo.

La borsa Ata Rodo è un elemento costante nella sfilata. Quando l’hai creata e cosa l’ha ispirata? 

La borsa Ata Rodo si ispira alla forma dello Scotch Bonnet (un tipo di peperoncino, NDR) che nel linguaggio Yoruba si dice appunto Ata Rodo. La borsa è stata creata secondo uno spirito di comunanza e di intersezionalità, è un ortaggio usato comunemente in quasi tutto il mondo e qualcosa che tutti possono riconoscere. Riflette perfettamente la nostra filosofia, ovvero celebrare le cose che abbiamo in comune, anche quelle più piccole.

Come descriveresti lo stile del brand? 

Creo per quelle persone che vogliono mandare un messaggio, che sono sicure di sé e vogliono lasciare un segno ovunque vadano. Le mie creazioni sono di grande impatto e possono essere abbinate a un outfit basic, basta completare il look con una giacca o una borsa o un paio di pantaloni, per non passare inosservati e mandare un messaggio. 

I tuoi progetti per il futuro? 

Abbiamo un paio di progetti molto interessanti, ma per il futuro siamo più che altro focalizzati su collaborazioni con altri brand, non solo nella moda, ma anche nell’arredamento d’interni.

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