Le startup beauty in Italia

Le startup beauty in Italia

Forte attenzione ai trend, alla ricerca e sviluppo, ai temi di responsabilità sociale e ambientale, alla vendita online. Ancora. Capacità di proporre esperienze uniche e personalizzate,

e di creare valore attraverso i social network. Infine, utilizzo dei big-data per implementare un’analisi predittiva dei comportamenti dei consumatori. Le startup e le giovani imprese italiane della cosmesi «hanno un ruolo importante nella crescita del settore: sono dinamiche e puntano sull’innovazione per rimanere competitive nei mercati globali», ha scritto Giovanni Foresti, direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo, ufficio industry, su Kosmetica, rivista di riferimento dell’industria della bellezza. «La cosmesi italiana è, infatti, conosciuta nel mondo per design, time-to-market e standard qualitativi, al di sopra dei livelli richiesti dall’Unione Europea. Tutto questo garantisce ai consumatori prodotti sicuri e all’avanguardia». 

Feel Ready, Feel Glowy, maschera mono-uso, Ya.Be.

© LAUSNE

Blondesister, Adesso, Licia Florio, Darling, Aeqium, Espressoh, Serum Lab e Ya.be sono solo alcuni dei beauty brand che negli ultimi due anni sono cresciuti in termini di performance economico-reddituale e affiliate marketing, quindi di organico. Il tutto puntando su pochissimi prodotti skincare o make-up 100% made in Italy, studiati nei minimi dettagli. 

Lipstick Aroma e Glassy, blush illuminante, Espressoh.

È il caso di Enrica, Cecilia e Mariolina, alla guida di Adesso, linea “skinimalism” per detergere, proteggere e idratare la pelle in tre step (online da ottobre 2020 e presto in Rinascente con un pop-up store), e di Carolina Amirfeiz (28 anni) che, due mesi fa, ha lanciato il suo Blondesister 4 in 1 Click Mascara attraverso il passaparola tra 150 ragazze della generazione Z. Le oltre 100 recensioni positive sul prodotto, vegano e multi-uso, e il tam tam social hanno mandato subito l’e-commerce in crash. Stessa fortuna per gli smalti vegani dal pack di design di Licia Florio, «La cui distribuzione si è già sviluppata in tutta Europa – dal fiorista norvegese al negozio di arredamento nel Sud dell’Inghilterra, a bellissime botteghe italiane. Il prossimo step è sviluppare una linea hand care». Grandi obiettivi – un milione di euro di fatturato e, nel 2022, nuovi prodotti – anche per Ilenia e Alberto, giovanissimi (26 anni lei, 30 lui) fondatori di Darling: «La nostra piccola impresa nasce per offrire quattro prodotti suncare di altissimo livello, custoditi in pack semplici e belli ma altrettanto “luxury” – la produzione dei flaconi, le varie colorazioni e la serigrafia sono realizzati da diversi fornitori specializzati».

Addicted to Sun, spf 15-20, e Glowy Face Cream, spf 50+, Darling.

È presto per capire quale sarà il futuro di questi marchi, ma la loro rapida affermazione e la capacità di cogliere opportunità, come l’innesto di capitali esterni o operazioni di merger and acquisition, potrebbero ben presto definirne il vero successo, nazionale e internazionale. Per gestire al meglio un mercato più che complesso.

In apertura: set di smalti vegani, Licia Florio.

Da Vogue Italia, n. 849, giugno 2021

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