Lily-Rose Depp racconta “Voyagers”, il suo nuovo film

Lily-Rose Depp racconta “Voyagers”, il suo nuovo film

Lily-Rose Depp non si scompone. Mai. Al massimo abbozza un sorriso forzato misto ad una quasi impercettibile smorfia di fastidio, ma niente più. PapàJohnnye mammaVanessa Paradis

le hanno insegnare la sottile arte della conversazione con la stampa. La ventiduenne musa di Chanel potrebbe parlare per ore senza mai rivelare nulla, una dote indispensabile per tenersi lontana da gossip e paparazzi, che le è tornata utilissima ad esempio quando è sbarcata sul red carpet della Mostra internazionale del cinema di Venezia accanto all’allora fidanzato Timothée Chalamet. “Il valore della privacy – ha raccontato a Drew Barrymore durante il suo talk show – me l’hanno instillata fin da bambina, così ho imparato a tenere le cose per me stessa per vivere più serena e finora ha funzionato”.

Su di lei trapelano pochissime informazioni: la passione perSex and the City, l’ossessione da bambina per Il mago di Oz, l’impeccabile senso per lo stile che mescola l’allure parigina all’ecletticità di Los Angeles, i due poli che l’hanno vista crescere, e l’affetto enorme per il suo gattino e il bulldog inglese che l’aspettano nella casa californiana. Tutto il resto resta leggenda metropolitana.

Stavolta la situazione è diversa perché l’incontro si svolge su Zoom, in un ambiente protetto almeno quanto l’astronave spaziale del nuovo film “Voyagers” (dal 24 giugno in sala). Girato in Romania prima del Covid, racconta di un gruppo di astronauti che si mette in viaggio nello spazio alla ricerca di un pianeta dove potersi installare e portare avanti la vita che intanto si sta spegnendo sulla Terra. La missione richiede talmente tanto tempo da coprire l’arco di più generazioni: per sedare gli impulsi dei più giovani, inclusa Sela (Lily-Rose Depp), viene loro somministrato un liquido blu. I ragazzi non sanno che serve per inibire le pulsioni e le passioni, ma quando lo scoprono la situazione degenera (e gli ormoni prendono il sopravvento). Accanto a lei troviamo Christopher (Tye Sheridan) mentre il ruolo del mentore Richard è affidato a Colin Farrell.

Voyagers

© Vlad Cioplea

Qual è l’aspetto più elettrizzante della storia?
Probabilmente la sua umanità: i protagonisti si pongono le domande esistenziali che ci facciamo tutti. Chi siamo? Cosa vogliamo dalla vita? Dove stiamo andando? E a questo si uniscono le prime esperienze emotive e sessuali, il desiderio, l’impeto delle emozioni e l’equilibrio delle relazioni.

Cosa le piace di Sela?
Mi piace far venire a galla la vulnerabilità di un personaggio: quando la vediamo meno sicura di sé allora riesco davvero ad entrare in connessione con lei. Ne ammiro comunque la determinazione a essere felice e a tenersi stretta qualunque minuscola gioia le capiti.

Questi dubbi sono più realistici che mai in un mondo dilaniato dal Coronavirus?
Mi auguro che le emozioni forti del film siano di conforto al pubblico in questo momento così delicato e instabile, in cui nessuno è più sicuro di niente.

I protagonisti di “Voyagers” vivono confinati in uno spazio ridotto. Che cos’ha pensato leggendo la sceneggiatura?
Mi intriga l’idea di vedere come la personalità di una persona possa evolversi in maniera originale e unica pur essendo nata, cresciuta ed istruita nello stesso identico ambiente di un’altra, che invece è totalmente diversa.

Che rapporto ha avuto con Colin Farrell?
Conosco la sua carriera da sempre e non vedevo l’ora di lavorare con lui: tra di noi si è instaurato un rapporto molto bello perché Richard per Sela è una persona speciale, qualcosa di simile ad una figura paterna. E so bene che il rapporto con i genitori è quello più ancestrale che abbiamo.

Hollywoodè una specie di giungla. Per sopravvivere serve una corazza?
Come in molti altri ambienti, anche il mondo dello spettacolo è competitivo, ma io non lo sono affatto, penso che mi succeda quello che era destino fosse riservato a me.

Lei è nata in una famiglia di artisti. Che lezione ha imparato sul set?
Che un progetto non è frutto del lavoro di una persona sola, ma degli sforzi collettivi e ciascuno è un tassello di un puzzle che poi viene mostrato al pubblico. Il cast di “Voyagers”, ad esempio, mi è sembrata una benedizione perché andavamo tutti d’accordo anche lontani dal set, in Romania, e ci siamo divertiti moltissimo.

Lei si lancerebbe in una missione spaziale?
Non credo, non subito almeno, prima vorrei vedere come va la situazione… comunque mai dire mai. Quello che mi preoccuperebbe è lasciare alle spalle le persone che amo.

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© Courtesy of Lionsgate

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© Courtesy of Lionsgate

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