«Ognuno ha la propria Parigi»: Thomas Costantin ci parla del suo nuovo EP “Le città”

«Ognuno ha la propria Parigi»: Thomas Costantin ci parla del suo nuovo EP “Le città”

Thomas Costantin ci parla del suo nuovo EP “Le città”

Il posto del cuore. Ognuno di noi ne ha almeno uno, in giro per il mondo.

È il luogo dove vogliamo sempre tornare, che non smette di rincuorarci e affascinarci. Per Thomas Costantin, dj resident del Plastic, producer indipendente e consulente musicale per numerose maison di moda, è la cité de la Seine, di Mont Martre, dei luna park e dell’amore. “Parigi (mi manchi)”, è il titolo della dichiarazione d’amore che chiude la trilogia dell’EP “Le città”, insieme ai brani “Berlin” e “La città si svuota” svelati nei primi mesi dell’anno per ricordare che la nightlife dei club europei vive ancora mentre ogni metropoli si evolve. In equilibrio tra la nostalgia glam dei più bei ricordi autobiografici e l’entusiasmo a luci rosse della resilienza che renderà possibile emozionarsi ancora, nel nuovo progetto discografico dell’artista eclettico ci saranno: “Parigi (mi manchi)” - Hey Cabrera! Remix, “La città si svuota” - Playgirls from Caracas Remix, ed un’inedita versione live studio di “Berlin”.

È un processo creativo introspettivo, quello iniziato da Thomas Costantin nel 2020 e nel periodo di lockdown. Come in un viaggio metafisico tra passato e futuro che passa per la personificazione de “Le città”, il fil rouge dell’album unisce Parigi a Berlino e a Milano sulla mappa del cuore tracciata per Fluidostudio, in una sensibile sinergia con l’ingegnere del suono Pierpaolo Moschino e l’art director Stefano Libertini Protopapa. Con il suo ultimo diario musicale, Tho.Mas, per come molti lo conosceranno, giunge ad un punto di vorticosa trasformazione e profonda crescita per la sua carriera artistica, oltre che come persona; non a caso, sceglie di presentarsi con il proprio nome anagrafico.

In un romantico racconto dai beat elettronici e il canto indie, che comunque risulta riduttivo definire con un unico genere, come un’autentica e contemporanea lezione di sound e di vita, l’artista di origine veneta descrive i suoi pensieri universali sulla distanza, sull’amore e sulla mancanza verso chi o cosa si ama, senza distinzioni. E, se le recenti difficoltà ci hanno tenuti lontani, finalmente ci sentiamo di nuovo tutti vicini. È questo il messaggio della ballad post-moderna e focus track, “Parigi (mi manchi)”, dove le luci e le strade della capitale francese diventano persone, sensazioni e stati d’animo che sprigionano la voglia di tornare a ballare e festeggiare ovunque con le persone care. La voce di Thomas, sulle note dell’arrangiamento al pianoforte di Luca Ciammarughi, evoca una spensieratezza ardentemente desiderata fin dal momento della scrittura, una sorta di “primavera in eterno” custodita tra i ricordi personali dell’arista e che noi tutti non vediamo l’ora di tornare completamente a vivere, tra feste, tramonti ed innamoramenti.

«Quando ci si esprime riguardo ciò che si ama, ci si sente toccati nel profondo: ognuno ha la propria Parigi, canto un sentimento a nome di tutti» racconta Thomas. E, in occasione del debutto dell’EP “Le Città”, ha risposto a qualche domanda in esclusiva per Vogue Italia.

Rosso. È il tuo colore, cosa significa per te questa precisa scelta estetica?

Non credo si possa parlare di una scelta, quanto più di un istinto. Mi piace e mi fa sentire a mio agio, in più è un colore legato al mio segno zodiacale. Cercavo di capire il perché ne fossi così attratto e allora ho scavato nel passato: nella maggior parte delle foto che ho da bambino sono vestito di rosso, mia madre dice che ho sempre chiesto di vestirmi di rosso. Nel tempo me ne sono dimenticato, ma ora ho ripreso in mano le mie origini, grazie al mio istinto.

“Parigi (mimanchi)” è la canzone d’amore universale al tuo posto del cuore. Cosa ti ha fatto innamorare di Parigi?

Ho trovato lì una libertà diversa, un modo di vivere nuovo. Ho trovato la spontaneità e l’accettazione, un forte senso di comunità e la forza della ribellione, una famiglia nuova. È un posto che mi ha dato così tanto, il minimo che potevo fare era dedicargli una canzone.

La nostalgia e la mancanza sono due sentimenti centrali nei singoli che compongono la trilogia de “Le Città”. Cosa ti è mancato di più durante la pandemia? Quando hai sentito che stavi finalmente ricominciando a vivere?

Mi è mancato viaggiare, prima ero sempre in giro. Ora è tornato tutto come prima, ma con una consapevolezza diversa, che la mia è una fortuna. Mi sembra meno scontato, sono grato per quello che ho costruito e fiero della persona che sono diventato.

Berlin” rappresenta la notte e il clubbing attraverso un viaggio musicale e metafisico. A proposito di clubbing, quanto è stata importante per te l’esperienza al Plastic, come persona e come artista?

È stata importante perché ho vissuto al “contrario” per tanto tempo. Mi svegliavo che a volte fuori era già buio e poi andavo a dormire guardando l’alba. Sono stati anni bellissimi, spensierati, nei quali ho visto un mondo che in questo momento non c’è praticamente più. Non sono un nostalgico, per me si guarda sempre avanti, ma sapere cosa c’è stato e aver avuto la fortuna di viverlo rappresenta una parte importante del mio percorso.

“La città si svuota” è dedicata a Milano, la città in cui vivi. Come vivi i momenti in cui Milano si svuota?

La vivo bene in realtà, l’inquinamento acustico è la mia più grande forma di stress. Ogni tanto mi fa ridere pensare che sono diventato come i “newyorkesi”: citando Fran Lebowitz, mi lamento sempre del rumore.

Com’è nata l’idea di replicare i tre brani con dei remix?

C’era in cantiere un album e, in realtà, c’è tutt’ora, ma ho deciso di posticiparne l’uscita. Si aprirà un nuovo capitolo, ma succederà più avanti. I tre pezzi in questione hanno una tematica in comune, così, per cominciare ad incorniciare questo progetto, abbiamo pensato ad una raccolta singoli. All’interno dell’EP, poi, ci sono dei remix perchè è molto stimolante vedere come la tua musica può essere interpretata da qualcun altro.

Quali progetti ci sono nel tuo futuro?

Tanta nuova musica, ma non solo! Sto lavorando ad un nuovo video e, ora che finalmente è di nuovo possibile, ad un evento live. Sto scrivendo un disco per una nuova artista, un progetto dal sound e le tematiche molto attuali; a settembre, inoltre, uscirà un film per cui ho scritto la colonna sonora e le collaborazioni del mio studio con il mondo del fashion sono ripartite tutte. La pandemia mi ha aiutato a riflettere su quello che voglio fare e sui progetti a cui voglio dedicarmi, ma soprattutto su tutto quello che non voglio più fare; ora lavoro con più passione e concentrazione di prima.

Il tuo EP esce durante ilPride Month 2021. Chi ti conosce sa che ti sei sempre esposto, personalmente e artisticamente, attraverso immagini, musica e parole, in supporto dei diritti della comunitàLGBT+, a favore dell’uguaglianza e contro ogni forma di discriminazione. Qual è il messaggio che vuoi mandare ai lettori di vogue.it?

Il mio messaggio è una citazione, una frase di Ian Maclaren che amo molto e che credo dovremmo avere tutti nella testa e nel cuore: “ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre.”


PHOTO CREDITS
PHOTOGRAPHER : Adriana Pagliai
STYLING : Hugo Asensio
HAIR : Kevin Jacotot
MAKE UP : Dyna Dagger 
LOCATION : Rouchon Studio Paris 
PRODUCTION : Thomas Costantin Studio 

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