Le eroine chic di Wes Anderson
“In effetti ho un po’ l’impressione che i personaggi di un mio film potrebbero trasferirsi in un altro dei miei
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Fuori dallo schermo, la perfezione dai colori saturi del mondo simmetrico di Anderson ha contribuito a determinare autentici trend della moda. La collezione autunno inverno 2015 di Gucci ha sigillato in modo memorabile il fascino della camicetta pussy bow rosso sangue, della pelliccia sintetica con la cintura e della sottoveste beige, insieme a una nota di distacco sartoriale che poteva appartenere solo a Margot Tenenbaum (come l’ha immaginata la costumista Karen Patch). Altrove, il caratteristico collo Chelsea del vestito di percalle rosa salmone di Moonrise Kingdom (frutto dell’ingegno della costumista Kasia Walicka-Maimone) sembra uscito dritto dalla guida al cottagecore dell’estate 2020, mentre le camicie da bowling di Owen e Luke Wilson in Un colpo da dilettanti (1996) pronosticano una predilezione per le silhouette di Prada che avrebbero portato il regista a mettere la sua firma sul quartier generale milanese della maison (e sulla campagna per Prada Candy).
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Il Bar Luce di Anderson – un bar che il regista ha progettato nel 2015 utilizzando “l’approccio esattamente opposto a quello che uso per le scenografie dei miei film” – ha anche realizzato il suo sogno di bambino di diventare un architetto. Attraverso i suoi film, il nome di Anderson è diventato sinonimo di grande stile. Gli interni colorati in diverse gradazioni pastello fanno molto Wes Anderson (se fatti bene). Pasticcini courtesan au chocolat, piastrelle da bagno rosa-Bubble Gum, occhiali oversize colorati e, ovviamente, il fermacapelli rosso ciliegia sono arrivati a simboleggiare un’estetica coerente e borghese.
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Il suo ultimo film commedia, The French Dispatch, che debutterà al Festival di Cannes 2021 (dal 6 al 17 luglio), ci conduce nella redazione di un giornale vagamente ispirato al New Yorker, e ancora una volta abbiamo occasione di osservare il mondo meticolosamente costruito del regista. Un luogo in cui lo humour laconico di Frances McDormand si unisce al brio in tonalità mandarino di Tilda Swinton e al fascino modaiolo dell’ultima musa di Anderson Lyna Khoudri. I ritardi nella programmazione causati dalla pandemia dello scorso anno, che hanno bloccato l’uscita prevista del film, sono solo serviti ad aumentare l’appetito che Anderson ci suscita. The French Dispatch è accompagnato da un invitante bicchiere di spumante. E ragazzi, se siamo pronti a ingoiarne ogni giocoso sorso.